28 astensioni e due voti a favore: la maggioranza si spacca sul “no” alla diga del Vanoi

28 astensioni e due voti a favore: la maggioranza si spacca sul “no” alla diga del Vanoi

Alla fine, come era prevedibile, il documento non è passato. Quindi nessuna contrarietà al progetto portato avanti dal Consorzio di bonifica Brenta. Ma la diga del Vanoi porta alla luce le divisioni nella compagine di governo in Veneto. Il consiglio regionale ha infatti respinto ieri (28 gennaio) la mozione presentata dal Pd che chiedeva di esprimere una ferma contrarietà al progetto. Ma il dibattito a Palazzo Ferro Fini (lungo, a tratti estenuante) ha messo in mostra posizioni inconciliabili, tra emendamenti bocciati, interruzioni e diversità di vedute all’interno della maggioranza, con i due consiglieri bellunesi Silvia Cestaro e Giovanni Puppato che alla fine hanno votato con la minoranza. Tutti gli altri (28 consiglieri) non hanno partecipato al voto, affossando di fatto il documento.

Un escamotage che non è piaciuto al Pd, che accusa i consiglieri di maggioranza di ignavia. «Era questo il momento di dare un segnale politico chiaro e definitivo –  attacca Vanessa Camani, capogruppo dei democratici –  Tutti i soggetti coinvolti si sono espressi con forza: Provincia di Trento, Provincia di Belluno, Comuni e cittadini. Solo la Regione Veneto scappa davanti alle sue responsabilità. Il risultato politico è chiaro: il centrodestra sulla diga del Vanoi è incapace di dire una parola definitiva. Un fatto grave che racconta di un governo regionale ostaggio di ambiguità e incoerenze». 

Plaude alla scelta di Cestaro e Puppato di votare sì alla mozione il segretario provinciale della Lega, Andrea De Bernardin: «Faccio i miei complimenti ai Consiglieri regionali bellunesi Cestaro e Puppato per aver votato contro al progetto diga del Vanoi. I bellunesi non la vogliono!!! Per me e per la Lega di Belluno questo è più che sufficiente. Siamo prima di tutto bellunesi anche noi. E il bellunese ha già dato tanto…troppo…alle centrali idroelettriche.  Si puliscano gli invasi esistenti prima di pensare ad altre grandi dighe».

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