1,4 milioni per 65 attività e negozi: servizi contro lo spopolamento

1,4 milioni per 65 attività e negozi: servizi contro lo spopolamento

 

Il primo bando aveva erogato 1,5 milioni di euro e aveva consentito l’apertura di nuove attività e l’allargamento di negozi e imprese artigiane, soprattutto in montagna. Il secondo, a distanza di un anno, porta altri 1,4 milioni. Risorse messe a disposizione da Provincia e Fondo Comuni confinanti come ricetta anti-spopolamento. La terapia? Servizi e negozi.

È questo il mantra del bando esercizi di vicinato, i cui risultati sono stati presentati ieri (venerdì 15) a Palazzo Piloni. Il progetto aveva l’obiettivo di cofinanziare con soldi pubblici (al 40% a fondo perduto) interventi di ammodernamento delle attività (spese di investimento per macchinari, impianti produttivi, attrezzature nuove di fabbrica, impianti di illuminazione e di sicurezza, arredi, ristrutturazione, hardware, programmi informatici, interventi di innovazione digitale, sistemi per l’accettazione di pagamenti innovativi, vetrine intelligenti, realtà aumentata). Sono pervenute 79 domande e ben 65 riceveranno risorse fresche (4 domande non erano ammissibili). Si tratta soprattutto di negozi e attività che si rifaranno il look, ingrandiranno la superficie di vendita, o effettueranno investimenti tecnologici. In certe aree della provincia si tratta di servizi in più e di presidi molto spesso unici. Un esempio? A Danta di Cadore, con la prima edizione del bando, è stato possibile aprire un negozio di alimentari dopo anni in cui non c’era più niente. E a Longarone è nato il negozio di Gianni e Matthias Baietta, quasi 210mila euro di investimento, di cui 63mila ricevuti dal bando.

«Siamo molto soddisfatti della riuscita anche di questo secondo bando – il commento del presidente Padrin -. Come nel bando 2019, siamo convinti di poter assicurare un sostegno soprattutto a quelle aree periferiche della nostra provincia, dove è più forte lo spopolamento e dove negozi e piccole attività rappresentano un presidio fondamentale. Ma l’intero territorio provinciale è interessato da questa misura, anche alla luce dell’emergenza Covid che sta creando una situazione drammatica per le attività commerciali e le imprese».

Sono 46 i progetti finanziati nei Comuni confinanti e contigui; 19 invece le domande finanziate nel resto della provincia, per un totale di quasi 4,5 milioni di euro di investimenti sul territorio. «È stata una scelta precisa quella di allargare anche ai Comuni non di confine o di seconda fascia – spiega la consigliera provinciale delegata Serenella Bogana -. La montagna, e l’intero territorio provinciale, soffre delle stesse difficoltà. E i risultati del bando sono estremamente positivi mostrano la voglia di investire e la resilienza delle attività».

Soddisfatto anche il presidente del Comitato paritetico Fondo Comuni confinanti, Roger De Menech: «La Provincia di Belluno è uno dei rari enti che riescono in questo periodo a costruire politiche territoriali, anche grazie al Fondo Comuni confinanti. Questo bando è uno degli esempi virtuosi: siamo partiti da un fondo territoriale e con l’intelligenza della politica lo abbiamo trasformato in un fondo provinciale».

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