Vento super. Ma anche caldo e siccità: febbraio nella stanza dei record

Vento super. Ma anche caldo e siccità: febbraio nella stanza dei record

Febbraio da record, o quasi. E stavolta non c’entra il coronavirus. C’entrano invece tre variabili che, sommate, hanno fatto andare in archivio il secondo mese del 2020 alla voce “mai così prima”. Caldo, siccità e vento.

A leggere la relazione Arpav, in un clima da emergenza sanitaria, pare quasi di intravvedere qualcosa delle famose dieci piaghe d’Egitto. In realtà, è “solo” il cambiamento climatico che stiamo vivendo. Anche sulle Dolomiti bellunesi.

TEMPERATURE 

«Le massime e le minime nel corso del mese si sono mantenute frequentemente oltre la norma con punte record raggiunte nella seconda e nella terza decade» parola di Arpav. Decisamente primaverili soprattutto le massime, che hanno registrato i valori medi mensili tra i più elevati degli ultimi 25 anni (al terzo posto dopo il febbraio 1998 e 2019).

Esempi? Valori costantemente superiori ai 10°C nella seconda metà del mese, per tutte le stazioni della Valbelluna. E punte di 15-16°C. 

VENTO

È stato soprattutto il vento a segnare valori davvero record. Lo sanno bene a Sospirolo e Canale d’Agordo, dove si sono registrati anche danni ingenti, con scoperchiamento di tetti. 

Il primo episodio si è registrato il 4 e 5 febbraio, con raffiche tra i 100 e i 160 chilometri orari e punte superiori in Valbelluna. Poi, altro giro altra corsa: 10 e 11 febbraio punte di 120-130 chilometri orari su alcune cime dolomitiche e raffiche intorno ai 70-100 orari in alcune valli agordine.

Il vento è tornato a soffiare nella notte tra il 23 e il 24, quando si sono registrate raffiche fino a 100-130 chilometri orari. Ultimi due episodi ventosi il 26 (con massimi a 80-110 orari) e il 28, quando sulle cime dolomitiche si sono raggiunti i 100-130 chilometri orari). Interessante il confronto con i giorni di Vaia: allora le raffiche distruttive sfiorarono i 194 chilometri orari.

SICCITÀ 

Terza piaga di febbraio? La mancanza di precipitazioni. E per fortuna che marzo è cominciato con la pioggia, altrimenti sarebbe stata dura. Lo testimoniano i molti incidenti scoppiati tra il Feltrino, il Cadore e l’Agordino. 

Di fatto, le precipitazioni sono risultate inesistenti. «I dati – dicono da Arpav – collocano il mese tra i più secchi degli ultimi 25 anni, al quarto posto della serie dopo i mesi di febbraio del 2000, 1997 e 2003».

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