Controlli nel territorio bellunese: venticinque denunce in una settimana

Controlli nel territorio bellunese: venticinque denunce in una settimana

 

«La Polizia di Stato ringrazia i cittadini bellunesi per il buon senso e lo spirito di collaborazione dimostrato in questo difficile momento. Tutti insieme potremo superare anche questa sfida». Se i comportamenti da adottare nell’emergenza fossero un esame, allora Belluno avrebbe superato la prima parte: magari non a pienissimi voti, ma di certo in maniera brillante.

Perché da domenica scorsa (8 marzo) a oggi, soltanto 17 persone (sulle 1078 controllate) sono state denunciate per aver violato il Dpcm. E 2 per false attestazioni. A queste si aggiungono le 6 violazioni commesse dai titolari di esercizi commerciali (su 2720). «Dai controlli effettuati – spiegano dalla Questura – è emerso che, a parte qualche singolo caso opportunamente sanzionato, la stragrande maggioranza si è attenuta alle disposizioni del Governo in ordine ai motivi che legittimano gli spostamenti sul territorio. Ciò significa che la popolazione bellunese ha ben compreso la delicatezza del momento e l’importanza di spostarsi solo in presenza dei presupposti contenuti nei Dpcm».

Tutti in campo, quindi, per tornare al più presto alla normalità: «Lo scopo dei controlli ha come obiettivo primario la tutela della salute di ciascuno e, ancor di più, aiutare a comprendere che l’interesse della collettività è primario rispetto a quello dei singoli. Ed è con un simile spirito di vicinanza alla popolazione, che le pattuglie della Polizia si stanno impegnando per controllare e aiutare i bellunesi a rispettare i provvedimenti del Governo, finalizzati a contrastare la diffusione dell’epidemia da Covid-19. Le persone, infatti, sono spesso disorientate, impaurite e si rivolgono a noi per un consiglio su come comportarsi o solo per una parola di conforto».

Non a caso, il questore Lilia Fredella ha voluto rafforzare il personale all’Ufficio relazioni con il pubblico: «In questo modo garantiamo una risposta alle oltre mille chiamate giornaliere che giungono ai nostri centralini per dissipare i numerosi dubbi sorti al riguardo. Soprattutto su cosa si può o non si può fare».

Raccomandazioni arrivano anche dalla Polizia postale: «L’ultima truffa, in ordine di tempo, riguarda una campagna di frodi informatiche, attraverso le mail a firma di una tale dottoressa Penelope Marchetti, presunta “esperta” dell’Organizzazione mondiale della sanità in Italia. I falsi messaggi di posta elettronica, dal linguaggio professionale e assolutamente credibile, invitano le vittime ad aprire un allegato infetto, contenente precauzioni per evitare l’infezione da Coronavirus. Il malware, della famiglia “Ostap” e nascosto in un archivio javascrpt, mira a carpire i nostri dati sensibili». A conferma che il virus non ha solo la corona.

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