Vaccinazioni, si avanza a due velocità

Vaccinazioni, si avanza a due velocità

Avanza, la campagna vaccinale. Ma a velocità diverse. Corrono i più giovani: in poche ore “bruciate” 2.045 prenotazioni da parte dei ragazzi tra i 12 e i 17 anni. Finita la scuola, i più giovani non vedono l’ora di poter tornare ad uscire ed incontrarsi in sicurezza. E il vaccino, evidentemente, si dimostra la strada maestra. Più scettici invece i sessantenni. Ad oltre un mese dall’inizio della campagna (per i nati tra il 1961 e il 1952 si è partiti il 29 aprile) mancano all’appello ancora 6.661 bellunesi. Quasi il 24%.

Il punto sulle vaccinazioni in provincia (e sulla situazione epidemiologica) è stato fatto ieri mattina dal direttore generale dell’Usl 1 Dolomiti, Maria Grazia Carraro, assieme al direttore del Dipartimento di Prevenzione, Sandro Cinquetti. Oltre la metà dei bellunesi ha già ricevuto almeno una dose di vaccino. Siamo al 52,1%, grazie alle oltre 144mila dosi somministrate finora. Più di 52.600 i cicli completati: il Bellunese da questo punto di vista si dimostra virtuoso. E da qui al 4 agosto sono già 21.500 le persone che hanno prenotato il loro turno. Vanno forte i più giovani, che hanno letteralmente preso d’assalto il portale: quasi 10mila i posti già accaparrati.

Il nodo cruciale, per l’Usl1, riguarda però gli ultrasessantenni. Una categoria che la storia della pandemia ha dimostrato essere particolarmente vulnerabile e che in provincia conta un elevato numero di persone. Ma dopo la fiammata iniziale, la corsa al vaccino ha rallentato molto. Quasi un quarto dei sessantenni bellunesi non si è ancora visto in nessuno dei centri vaccinali. «Non possiamo che rinnovare l’appello a presentarsi ai drive – in – commenta Mariagrazia Carraro – perché è importante mettere in sicurezza questa fetta importante della popolazione. Per questo a loro abbiamo aperto anche la possibilità di accedere ai 5 drive – in sparsi nel territorio anche senza prenotazione».

Il fenomeno della mancata vaccinazione è più accentuato nella parte alta della provincia, curiosamente la più colpita dal covid. «Sembra che chi ha avuto il coronavirus, ormai anche molti mesi fa – considera Sandro Cinquetti – ritenga di essere già immunizzato ed è più restio a fare la dose unica consigliata. È un fenomeno che stiamo studiando grazie all’aiuto di due specializzandi».

Meglio si comportano cinquantenni e quarantenni. Dei primi si è già vaccinato il 59% del totale, i secondi sono a quota 31%. Ormai completata invece la vaccinazione degli ultraottantenni. Ne restano da immunizzare meno di 400. Qualche problema anche per quanto riguarda il settore degli operatori del turismo. Su 1.516 posti messi a disposizione, finora hanno prenotato solamente 258 persone.

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