Creano disagio a utenti e operatori, ma sono un pericolo anche per l’elicottero. Pure gli ospedali bellunesi combattono da tempo contro la piaga rappresentata dai piccioni. Per allontanarli l’Ulss 1 Dolomiti ha però scelto una via alternativa, ecologica e di grande tradizione: la falconeria.
Ma non si tratta di una scelta estemporanea. Prima di decidere di affidarsi ai falchi e ai loro addestratori per garantire integrità, adeguata igiene e decoro all’esterno delle strutture ospedaliere si sono valutati diversi tipi di intervento. Alla fine la scelta è caduta su quello più antico ma allo stesso tempo moderno e sicuramente naturale. E dopo un’approfondita analisi di mercato l’incarico è stato affidato nei giorni scorsi (per un totale di 17mila euro) all’esperto falconiere Denis Vettorazzo di Cison di Valmarino (Tv).
Questo il programma:
Nei primi mesi dell’anno sarà effettuato un monitoraggio standardizzato della consistenza numerica dei colombi presenti, al fine di procedere ad una stima della densità di popolazione e , determinare indirettamente il numero di coppie presenti (pari a circa 1/3 della popolazione presente).
Per ognuna delle aree individuate verranno scelti, secondo criterio casuale, un adeguato numero di quadrati (20% del totale) all’interno dei quali verranno condotti i rilievi che comportano la conta diretta degli individui.
Nel periodo primavera/estate sono previsti degli interventi di dissuasione a mezzo di rapace addestrato allo solo scopo dissuasivo. I tecnici incaricati gestiranno gli interventi di falconeria e valuteranno in fase d’opera eventuali nidi da rimuovere. Una scelta green, rispettosa della natura, che consentirà di garantire anche la sicurezza delle elisuperfici e la pulizia delle pertinenze degli ospedali