«Ci sono momenti destinati a rimanere impressi per sempre nella memoria. Il Teatro alla Scala mi ha regalato il pomeriggio più bello della mia vita. Sono ancora commossa dall’affetto che mi avete dimostrato fuori e dentro al palcoscenico». Parole e musica di Chiara Isotton. La soprano bellunese è stata protagonista di un’esibizione memorabile a Milano, dove è andata in scena l’opera “Fedora” di Umberto Giordano, nel nuovo allestimento firmato da Mario Martone (regista anche di film di successo come “Noi credevamo”, “Il giovane favoloso” e il più recente “Nostalgia”).
Isotton ha sostituito in maniera mirabile Sonya Yoncheva (indisposta), meritandosi gli apprezzamenti di un pubblico letteralmente ai suoi piedi.
È l’ennesimo riconoscimento di una carriera partita dalla Scuola “Miari” e proseguita al Conservatorio “B. Marcello” di Venezia, in cui si è formata sotto la guida di William Matteuzzi, Roberto Scandiuzzi, Regina Resnik, Raina Kabaivanska, Renato Bruson e Paolo De Napoli, mentre nel 2013 ha vinto il concorso di Spoleto (Teatro lirico Sperimentale), in cui ha debuttato nel ruolo di Tosca. E l’esordio al Teatro alla Scala? Risale al 2015 come Sacerdotessa diretta da Zubin Mehta. Fino all’ultima standing ovation.