Taglio corse ed emergenza lavorativa: i sindacati alzano l’allarme su Dolomitibus

Taglio corse ed emergenza lavorativa: i sindacati alzano l’allarme su Dolomitibus

C’è un problema trasporti, in provincia. Il taglio delle corse conseguenti all’introduzione del green pass. E la difficoltà di reperire autisti dei pullman. I sindacati analizzano e lanciano l’allarme. Destinatario l’ente Provincia, a cui viene chiesto un incontro urgente.

«Partiamo dal taglio delle corse, giustificato come “linee di morbida”» premettono Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti. «Ma davvero questo nostro territorio non ha capito nulla? Davvero siamo ancora arroccati su una logica di risparmio sui diritti che non sono remunerativi? Davvero qualcuno pensa che si possano privare del diritto alla mobilità i cittadini più deboli (gli anziani, le donne, i giovani), perché il servizio non si paga? Se questa è la logica probabilmente ci siamo dati una risposta ai tanti interrogativi sul perché dello spopolamento in montagna».

Dal taglio, al secondo dei problemi: «Forse non tutti sanno come da questo taglio delle corse siano derivate conseguenze altrettanto sciagurate per il personale viaggiante. I turni sono stati smontati e ricostruiti “in emergenza” (quindi senza la possibilità di discussioni con le organizzazioni sindacali) con un evidente peggioramento delle condizioni di lavoro, della durata della prestazione lavorativa, dell’impegno. La regola del “pari uomo pari turno” non esiste più, ai lavoratori non viene assegnato più il proprio turno ma vengono impegnati a coprire quelle, che secondo l’azienda, diventano le priorità del momento, con spostamenti importanti tra le residenze lavorative. Non ci sono piaciute le dichiarazioni lette sulla stampa che “la colpa è degli autisti no green pass”. Nel rispetto della privacy e della riservatezza dovuti infatti possiamo tranquillamente sostenere che i tassi di assenza sono quelli fisiologici che un’azienda strutturata dovrebbe riuscire a coprire. Il problema è l’azienda, non i lavoratori». 

I sindacati vanno dritti al punto: la mancanza di piano industriale e di prospettive. «La gara a doppio oggetto per l’affidamento del servizio si è conclusa ma, ad oggi, e malgrado le nostre numerose richieste, non è stato presentato alcun piano industriale da parte di Dolomitibus. Cosa intende fare l’azienda? – si chiedono Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti -. Nel bando di gara era previsto che il nuovo socio avrebbe dovuto portare innovazione e valore aggiunto. Negli ultimi anni abbiamo assistito solo a un arretramento, del servizio e della qualità della vita dei lavoratori. Le dimissioni sono all’ordine del giorno e riguardano tutti: il personale con anzianità importante, il personale più giovane, i ragazzi del posto e quelli che arrivano da altre Regioni. Il problema è la retribuzione, in parte ma non solo. Se è vero come è vero che la contrattazione aziendale è bloccata dal 2008 e che negli anni si sono sottoscritti solo accordi temporanei, il problema è anche il clima di incertezza, di insicurezza perfino nella gestione del turno quotidiano. Aumentano i tempi di lavoro, aumenta lo stress, aumentano le responsabilità senza trovare alcun corrispettivo, nemmeno in termini di riconoscimento sociale».

Da qui, la richiesta alla Provincia, di aprire un tavolo istituzionale «per confrontarci assieme all’azienda per ricostruire un nuovo modello di lavoro per il post pandemia: un modello che da una parte permetta un miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, ridiscutendo turni di lavoro ormai insostenibili, e dall’altra garantisca un riconoscimento anche economico della dignità di un lavoro così importante per la collettività e per il futuro del territorio».

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