La neve insegna. La neve fa capire tante cose. Tipo che se venerdì pomeriggio fosse stato un giorno di gare olimpiche, l’Italia avrebbe fatto una figuraccia. 

Può una località di montagna bloccarsi per venti centimetri di neve fresca? La risposta, ovvia, è no. Ma di fatto è quello che è successo. E non è il caso di andare in cerca delle responsabilità. Piuttosto, conviene cercare di capire perché è accaduto in modo da prendere le contromisure. Perché tra due anni esatti, se capiterà una nevicata, non ci potranno essere intoppi: il 6 febbraio 2026 si accenderà il braciere olimpico e le cronache dovranno parlare di gare, medaglie e imprese sportive, non di imprese stradali per fare pochi chilometri.

Cos’è successo venerdì? È utile ricostruire brevemente i fatti. Nevica, forse la prima vera nevicata dall’inizio dell’inverno. Dopo qualche ora dall’inizio della perturbazione la circonvallazione di Cortina si blocca, per un camion sprovvisto di catene finito di traverso. All’ora di pranzo traffico in tilt sulla Alemagna, sempre per colpa di un mezzo pesante, senza catene. E caos anche sulla 51 bis con lunghe code tra Calalzo e Pieve, sempre un tir finito fuori strada, senza catene. I pompieri, a fine giornata, hanno registrato oltre 100 interventi di soccorso a causa della neve. E chi era per strada ha dovuto penare non poco per raggiungere la propria destinazione.

Appare chiaro che l’assenza di catene è il comune denominatore. Ma perché non sono stati posti dei filtri sulla strada per impedire ai mezzi sprovvisti di dotazione invernale di paralizzare il traffico? E perché l’Alemagna continua a essere la scelta economica di camion e tir con targa straniera che transitano per il Cadore come via alternativa all’autostrada? Ecco, queste due domande meritano una risposta. E sicuramente prima delle Olimpiadi. Perché la figuraccia a cinque cerchi è dietro l’angolo.