La solidarietà sale in sella. E si alza sui pedali.
Sì, perché la Sportful Dolomiti Race è stata nobilitata dalla presenza di Alessandra Cappellotto, iridata nel 1997 e reduce dal premio “Sport e diritti umani” di Amnesty International e Sport4Society.
A Feltre, la campionessa ha portato sei ragazze afgane nell’ambito del suo progetto “Road to Equality” che promuove l’emancipazione della figura femminile attraverso il ciclismo nei Paesi sottosviluppati o in via di sviluppo. Cappellotto da anni sta pedalando in modo diverso, a favore delle più deboli e della promozione del ciclismo dal Ruanda all’Afghanistan. Così ha accompagnato le sei giovanissime (tutte tra i 17 e 22 anni) al ritiro del loro pettorale, del pacco gara con la maglia da ciclismo firmata Sportful e mostrando loro come vengono organizzate le gare amatoriali in Italia.
Un’esperienza entusiasmante per le ragazze arrivate dall’Afghanistan, che hanno pedalato con Paolo Bettini e conosciuto la campionessa di biathlon Dorothea Wierer (in foto), passata a salutare la famiglia Cremonese. Insomma, una parentesi di serenità in una vita che per una ragazza di 20 anni dovrebbe essere normale. Ma che, in certe zone del mondo, normale non lo è affatto.