Sindaci al fianco di Liliana Segre: «L’odio non ha futuro»

Sindaci al fianco di Liliana Segre: «L’odio non ha futuro»

È sopravvissuta ai campi di sterminio nazista. E ora vive sotto scorta, in seguito alle continue e ripetute minacce di stampo antisemita. Ma Liliana Segre non è sola. E la conferma è arrivata da Milano, dove più di seicento sindaci hanno dato vita a una marcia di solidarietà per dire no all’odio, al razzismo e a qualsiasi forma di intolleranza e sopruso. 

OGNI COLORE POLITICO 

Nel lungo serpentone di fasce tricolori, non è mancata un’ampia rappresentanza bellunese: a completare il tragitto da piazza Mercanti a piazza della Scala c’erano Jacopo Massaro (sindaco di Belluno), Paolo Perenzin (Feltre), Roberto Padrin (Longarone), Camillo De Pellegrin (Val di Zoldo), Franco De Bon (San Vito di Cadore) e Pierluigi Dal Borgo (assessore del Comune di Ponte nelle Alpi). Primi cittadini e amministratori «di ogni colore politico e da ogni parte d’Italia – ha commentato Massaro, attraverso il suo profilo Facebook -; da destra a sinistra, dal nord al sud. Siamo tutti rappresentanti di comunità fatte di cittadini con sensibilità diverse e con le necessità più varie, ma uniti da una necessità comune: che i nostri figli crescano in un clima di pace e di democrazia, non di odio o sopraffazione. Abbiamo accompagnato Liliana Segre, una delle poche testimoni viventi dell’odio perpetrato nei campi di concentramento, in spregio alla vita e alla sua dignità, per testimoniare che un clima diverso è possibile».

DIALOGO 

I sindaci sono pronti ad aprire una nuova fase improntata sul dialogo: «Siamo i rappresentanti di tutti e non di una parte o di un partito. Rappresentiamo anche chi non ci ha votati o non la vede come noi. E sentiamo su di noi la responsabilità di rispettare, ascoltare e rappresentare ogni cittadino. Anche a Belluno siamo abituati così: a lavorare per tutti e non per una parte. Per questo non potevamo non esserci».

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