Sicurezza in montagna, richieste di soccorso in aumento

Sicurezza in montagna, richieste di soccorso in aumento

Aumentano le richieste di soccorso al Suem 118: nei primi sei mesi del 2023, siamo già a quota 37.254, contro le 56.028 del 2019 e le 73.372 del 2022. Poi c’è la mancata preparazione delle uscite e la scarsa conoscenza dell’ambiente, che porta il Soccorso Alpino ad effettuare quasi un intervento su due nell’ambito dell’escursionismo; tutti fattori che hanno portato l’Ulss 1 Dolomiti e il CNSAS bellunese e regionale a riaccendere i riflettori sulla sicurezza in montagna

L’ATTIVITÀ DELL’ELISOCCORSO

Dopo un 2022 da record con 73.372 chiamate e 15.300 missioni di elisoccorso, il 2023 conferma la tendenza in salita degli ultimi anni, anche se nel conto complessivo pesa il maltempo che nelle ultime settimane ha frenato la frequentazione della montagna: 37.254 le chiamate fino al 30 giugno al Suem 118, per 7.812 missioni di elisoccorso.

Si è già rivelato importante l’apporto di “Falco 2”, il secondo elicottero in supporto per la stagione estiva al Suem 118: dal 20 luglio, giorno di attivazione del servizio, sono stati effettuati 58 interventi, 32 da Falco e 26 da Falco 2, mentre solo in tre occasioni è stato necessario l’intervento di mezzi da fuori provincia.

I DATI DEL SOCCORSO ALPINO

Incapacità, maltempo, ritardo, sfinimento: queste, nel 22% dei casi, le cause degli incidenti che hanno visto impegnato nei soccorsi gli uomini del CNSAS. 288, pari al 44,2% del totale, le persone soccorse mentre stavano effettuando escursionismo (anche se sono in crescita le uscite legate alla frequentazione delle ferrate e all’uso dell’e-bike); dati che, se incrociati, fanno emergere come mancata preparazione, poca attenzione alle condizioni e alle previsioni meteo, e una scarsa conoscenza dell’ambiente siano i fattori principali che portano ad incidenti, e le percentuali rimangono invariate negli anni.

Ad aiutare le operazioni di soccorso ora è arrivata anche la gratuità dell’app GeoResq grazie a CNSAS, Cai e Ministero del Turismo; registrandosi e fornendo un dato di un contatto (familiare o amico), si possono accelerare le operazioni di tracciamento del cellulare, “risparmiando” così fino ad un’ora e mezza di trafila burocratica nei casi di attivazione di ricerca persona.

SOLO IL 5% DEI SOCCORSI È ASSICURATO

I soccorsi di tipo “non sanitario” prevedono il pagamento dell’intervento da parte della persona soccorsa: nel 95% dei casi, però, gli individui non risultano assicurati. A dare i numeri del fenomeno è il commissario dell’Ulss 1 Dolomiti, Giuseppe Dal Ben: «Nel 2020, sono state emesse 324 fatture per 585mila euro; nel 2022, 338 per complessivi 718mila euro. Al 31 luglio 2023 siamo a 164 fatture per 409mila euro. – spiega – Se tre anni fa il 74% delle fatture era intestata a cittadini italiani, oggi questa percentuale è scesa al 46%».

IL DECALOGO DELLA SICUREZZA

Come invertire dunque questa tendenza? Ribadendo e diffondendo il “Decalogo per una vacanza in montagna in tutta sicurezza”, promosso dalla Società di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, la Società Italiana Medicina di Montagna e la Società Italiana di Medicina dei Viaggi e delle Migrazioni. Dieci punti per ricordare le regole basilari per affrontare con sicurezza e consapevolezza la montagna, partendo dall’abbigliamento arrivando fino all’alimentazione, con attenzione ai bambini, alle persone anziane, ai malati cronici e anche agli animali da compagnia.

Il tavolo delle conferenza stampa sul decalogo per la sicurezza in montagna

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