La siccità è ormai assodata. A Belluno è meno drammatica rispetto ad altre aree del Veneto, ma è comunque forte. Del resto, è da mesi che piove poco o pochissimo (e i temporali degli ultimi giorni non sono neanche lontanamente sufficienti a placare la “grande sete”). C’è però un dato che fa riflettere: per riequilibrare la situazione, sarebbe necessario un luglio con almeno 430 millimetri di pioggia. Che equivale a moltiplicare per cinque l’acqua che normalmente cade nel settimo mese dell’anno. Oppure, la somma di quanto cade di norma in quattro-cinque mesi. Insomma, impossibile. Perché c’è un altro dato che fa riflettere: nell’ultimo quadrimestre sono caduti appena 191 millimetri d’acqua.
Arpav calcola la media regionale, è vero. Ma le condizioni di Belluno si scostano di poco da quelle del resto della regione. Da ottobre a giugno sono caduti 491 millimetri di pioggia, la media del periodo relativa agli anni 1994-2021 è di 831 millimetri, poco meno del doppio. In tutti i mesi da ottobre a giugno (eccezion fatta per novembre) risulta un deciso deficit pluviometrico, addirittura dell’81% a marzo, del 53% a gennaio e del 52% a febbraio.
Il Piave è un rigagnolo, e secondo le rilevazioni Arpav ha una portata più o meno della metà se confrontate con la media storica. I laghi sono segnalati tutti i calo, tranne Santa Croce.
E la neve? Non ce n’è più: troppo caldo. Arpav rileva che giugno è stato di quasi 3 gradi più caldo rispetto alla norma. Solo due giorni su 30 sono stati più freddini del normale: gli altri 28 hanno registrato caldo anomalo. E la neve invernale è ormai sparita completamente anche dalla copertura dei ghiacciai. O di quel che resta dei ghiacciai…
