«Semaforo di Baldenich spento? Pericolo per pedoni e ciclisti»

«Semaforo di Baldenich spento? Pericolo per pedoni e ciclisti»

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Pierluigi Trevisan, presidente di Fiab Belluno (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta)

In questi giorni abbiamo appreso che il sindaco di Belluno intende interrompere il funzionamento del semaforo di Baldenich in alcune fasce orarie con l’intento di “…migliorare la fluidità della circolazione e abbassare i livelli di smog.” L’intervento avrà carattere sperimentale e durerà 6 mesi, consentendo alla Giunta Comunale di “capire se la misura funziona”.

In proposito vorremmo sapere quali sono i parametri che verranno presi in considerazione e gli strumenti di rilevazione installati per monitorare, e quindi valutare, l’efficacia e l’efficienza della misura. Ad esempio, per misurare i livelli di inquinamento, è prevista l’installazione di centraline Arpav in zona semaforo?  E per controllare il comportamento degli automobilisti saranno montate delle telecamere?

Riguardo ai livelli di inquinamento giornaliero complessivo è facile prevedere che il semaforo acceso a fasce non porterà   miglioramenti significativi. Infatti, il maggior numero di auto in coda e i tempi di sosta più lunghi che determinano i picchi di emissioni dannose si hanno nelle ore di punta, durante le quali il semaforo sarà comunque sempre funzionante.

Se questa previsione fosse confermata, la misura non avrebbe lo scopo di ridurre in modo significativo l’inquinamento, ma solamente di favorire la mobilità motorizzata nelle fasce orarie meno trafficate. E questo avverrebbe sulla pelle di pedoni e ciclisti che, peraltro, non inquinano e non fanno rumore. Infatti, quello che il sindaco definisce “il principale asse di attraversamento della città in destra Piave” è in realtà un incrocio di quartiere, molto frequentato da pedoni, anziani e bambini, sul quale si affacciano una farmacia, un ristorante, un panificio, un’edicola e altri esercizi commerciali.

A semaforo spento pedoni e ciclisti dovranno affrontare l’attraversamento di una carreggiata, in quel tratto rettilinea, con diritto di precedenza e un limite di 50 km orari, molto pericoloso in una strada di quartiere e che pochi rispettano: basta un malinteso, un’incertezza, una disattenzione e a subirne le conseguenze con fratture, invalidità e decessi saranno, come sempre, i ciclisti e i pedoni.

Quindi ci auguriamo che nei mesi di sperimentazione si consenta ai pedoni di attivare la chiamata per fermare le auto per il tempo necessario all’attraversamento oppure si rinunci all’idea di spegnere il semaforo. Non sarà certamente qualche macchina in più, ferma in sosta per consentire l’attraversamento sicuro alle persone più esposte e fragili tra gli utenti della strada, a peggiorare i livelli di inquinamento in città. E comunque quella maggior quota di emissioni nocive potrà essere ampiamente compensata con politiche di mobilità, molto più incisive ed efficaci, a favore degli spostamenti con il trasporto pubblico, a piedi e in bicicletta.

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