Scuola, anno nuovo problemi vecchi: «Il ministero non ci ha mai risposto»

Scuola, anno nuovo problemi vecchi: «Il ministero non ci ha mai risposto»

«Riponiamo grandi aspettative nelle nostre ragazze e nei nostri ragazzi. Il nuovo anno scolastico dia loro occasioni di formazione e di crescita, e offra al territorio bellunese la possibilità di investire sui giovani e sulle loro competenze». È l’augurio della Provincia alla vigilia della prima campanella. A formularlo è la consigliera provinciale delegata all’istruzione, Serenella Bogana, in un anno che si preannuncia complicato per effetto del rincaro dei prezzi energetici.

«Doveva essere l’anno della ripartenza, dopo l’archiviazione del Covid e delle restrizioni vissute in pandemia. Invece siamo ben consapevoli delle difficoltà che si stagliano all’orizzonte del nuovo anno scolastico. I nostri uffici stimano aumenti nelle bollette di luce e gas tali da quintuplicare i costi degli anni scorsi. E questo problema si aggiunge a quelli “tipici” della scuola bellunese, dove mancano insegnanti e convittori».

Bogana ricorda tutte le comunicazioni inviate al Ministero per richiedere deroghe ai numeri minimi previsti per attivare convitti e classi. E anche i viaggi a Roma da parte dell’amministrazione provinciale. «Non abbiamo ancora avuto risposte ufficiali e questo la dice lunga sulla considerazione che è riservata al nostro territorio, ultima periferia dell’impero. Ciononostante, le nostre scuole continuano a offrire percorsi formativi di assoluto livello, alcuni dei quali rappresentano un unicum a livello regionale, come l’agrario di Vellai, l’alberghiero Dolomieu, lo Ski College di Falcade, solo per citarne alcuni. Questo è merito della passione degli insegnanti e della visione lungimirante dei dirigenti scolastici, che quotidianamente continuano a lavorare seminando germi di conoscenza e insegnando cosa significano impegno e dedizione. È a loro, e ai ragazzi tutti, che auguriamo un buon anno scolastico, ricco di soddisfazioni e di occasioni formative. Buon lavoro a presidi e docenti, in quell’impegno quotidiano che richiede di essere guide oltre che che insegnanti. A loro siamo grati perché in una società che tende a svilire il ruolo didattico e formativo della scuola, continuano a rappresentare un baluardo di servizi irrinunciabili, specialmente in un territorio di montagna». 

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