Quasi 150 tamponi, nessun positivo. E’ andata in archivio senza intoppi la giornata di screening voluta dalla Regione Veneto con la collaborazione dell’università di Padova, che ieri ha fatto tappa a Belluno.

Due tende della Protezione civile, allestite in pieno centro, nel passaggio tra Porta Dante e il “liston”, per intercettare il più grande numero possibile di giovani, asintomatici. Obiettivo: capire come Covid – 19 sia diffuso tra la popolazione, in particolare tra i più giovani.

Già, perché il virus cambia e muta, e in questo momento sta colpendo fasce d’età sempre più verdi. Da qui l’idea e la necessità di monitorare i giovani asintomatici, spesso ignari portatori del coronavirus. E di ragazzi, ieri, in centro e nei dintorni, ce n’erano davvero tanti, vogliosi di approfittare dell’ultimo weekend di libertà prima di tornare in zona arancione.

Buona l’affluenza al punto covid. Sono stati 147 in due ore i volontari che si sono sottoposti al test rapido antigenico. Ma di terza generazione, più evoluto quindi di quelli utilizzati dalle Ulss nei covid – point del territorio. E meno invasivo: quello di terza generazione è approvato come tampone nasale. Significa che per scovare le eventuali tracce del virus non serve penetrare fino alla laringe, ma basta prelevare il materiale biologico dalle mucose del naso.

Nessun positivo riscontrato. «Ora, una volta raccolti i dati – spiega il professor Vincenzo Baldo, epidemiologo, ordinario di Igiene all’università di Padova e coordinatore dello screening – li analizzeremo, vedendo anche a distanza di 14 giorni quanti dei soggetti risultati negativi si siano nel frattempo positivizzati. La risposta è stata buona: bella affluenza ed età media abbastanza bassa. Quello che volevamo. E poi la nostra è una presenza più che altro di prevenzione. Magari, vedendo l’allestimento e noi bardati con il camice, risulta chiaro che il virus esiste e continua a circolare».