Domani (5 dicembre) i medici incroceranno le braccia. Lo sciopero è indetto a livello nazionale dai sindacati di categoria Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing up. E in provincia si unisce la voce dei comitati della rete “Giù le amni dalla sanità bellunese”.
«Da tempo è di dominio pubblico la crisi di personale di ogni tipologia e la conseguente ricaduta sui servizi e sulle liste d’attesa sempre più lunghe, che in parte sono ridotte da personale gettonista. E a noi risulta che sulla scrivania di qualche direttore sanitario sono arrivate decine di domande di dimissioni di operatori sanitari della nostra Ulss 1 Dolomiti» scrivono i comitati in una nota. «Le motivazioni? Semplice: turni insostenibili, carichi di lavoro disumani per stipendi inadeguati, disvalore della singola professionalità, mancanza di programmazione e mancanza anche dei finanziamenti per la materia prima: cerotti, garze, siringhe. Sembra che si stiano tamponando i buchi della sanità locale cercando di assumere medici da un lato, ma facendosi scappare tutta una serie di professionalità e “know how” del personale esistente. Ci chiediamo pertanto: dove stiamo andando?».