Scene da film a Venezia: detenuto a Baldenich cerca la fuga gettandosi in un canale

Scene da film a Venezia: detenuto a Baldenich cerca la fuga gettandosi in un canale

Potevano sembrare le riprese di qualche film d’azione ambientato a Venezia. Invece era tutto vero. 

Rocambolesco tentativo di evasione, ieri (19 luglio) da parte di un uomo di origine rumena, attualmente detenuto nel carcere di Baldenich. L’uomo avrebbe dovuto presenziare ad un’udienza di un processo a suo carico in corso al tribunale di Venezia, e per questo motivo era stato tradotto nella città lagunare, scortato dagli agenti di custodia.  «Un’occasione più unica che rara», deve aver pensato il detenuto, che con un abile stratagemma è riuscito a divincolarsi dal controllo dei poliziotti e si è gettato in un canale, confidando evidentemente nelle sue doti di abile nuotatore. 

La sua fuga per la libertà, però, è durata poco: nel giro di pochi istanti gli uomini della polizia penitenziaria si sono tuffati a loro volta, riacciuffando l’evasore, che ha trovato evidentemente qualcuno che nuotava più velocemente di lui. 

«Ancora una volta è la Polizia penitenziaria, con la professionalità, l’inventiva, l’audacia e l’abnegazione che la contraddistingue, a mettere una pezza sulle falle di un sistema carcerario alla deriva e che, è proprio il caso di dire, fa acqua da tutte le parti – accusa Gennarino Di Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria -. Scorte sottodimensionate (mancano complessivamente 18mila unità), stress e logoramento inimmaginabili per carichi di lavoro debordanti, strumentazioni inadeguate ed equipaggiamenti di fortuna costituiscono una miscela esplosiva, mentre dal ministero della Giustizia si ascoltano solo vuote parole e il capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, continua a non dare alcun tangibile segno di sé»

«Rivolgiamo il nostro plauso e i ringraziamenti ai colleghi che hanno impedito l’evasione – conclude Di Fazio – che meritano anche un riconoscimento formale, ma ribadiamo l’appello al presidente del Consiglio, al governo e al parlamento tutto affinché si vari un decreto carceri che consenta cospicue e immediate assunzioni straordinarie nel corpo di polizia penitenziaria e il potenziamento degli equipaggiamenti prima che sia troppo tardi». 

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