«L’impianto di Socrepes si farà, punto». Fabio Saldini non lascia spazio a interpretazioni: la cabinovia simbolo dei Giochi 2026, necessaria per garantire un accesso sostenibile e funzionale alle piste di Cortina, verrà realizzata. Il bando è in corso, l’affidamento è atteso a giorni. «Stiamo valutando gli ultimi dettagli — spiega — ma sarà un’opera per il territorio, non solo per le Olimpiadi».
Il commissario straordinario e amministratore delegato di Simico lo ha ribadito con fermezza durante un forum con i quotidiani del gruppo NEM: tutte le opere previste con scadenza 31 dicembre 2025 saranno completate nei tempi, nonostante ritardi iniziali, ricorsi, autorizzazioni complesse e pressioni politiche.
A far da cornice alle sue parole c’è il contesto urbano e alpino di Cortina, dove il nodo più urgente resta quello della mobilità. La funivia, insieme al park di interscambio previsto al piazzale Apollonio, servirà a togliere auto dalla conca: solo il 28 dicembre scorso ne sono transitate oltre 31mila. Per il parcheggio, invece, si dovrà attendere la fine dei Giochi. Tra i cantieri più avanzati figura l’Olympic Stadium, pronto per luglio, e il Sliding Centre di Cortina, per il quale l’obiettivo è anticipare l’ingresso delle squadre al 6 ottobre. Sotto controllo anche il villaggio olimpico di Borca, nonostante gli imprevisti: le 377 unità abitative saranno consegnate senza blocchi alla viabilità. Quanto al trampolino olimpico del 1956, Saldini chiarisce: «Abbiamo evitato il collasso. La struttura era fragile, l’ascensore previsto nel progetto iniziale avrebbe compromesso l’equilibrio statico. Ora lo restauriamo nel rispetto della sua storia».
Non mancano le ombre: il ricorso al Tar sull’impianto di Socrepes, la polemica sulla sua doppia carica (AD Simico e commissario), le critiche di chi teme che, finiti i Giochi, si spegneranno anche i riflettori. Ma Saldini risponde con la stessa determinazione: «Io applico la legge. E gli appalti assegnati vanno completati, anche dopo il 2026. Rispondo io in prima persona della loro esecuzione». Alla fine, i numeri parlano chiaro: 96 opere, 3,4 miliardi di euro, e una convinzione che trapela da ogni risposta. «Non abbiamo solo pensato ai Giochi: abbiamo risolto problemi infrastrutturali fermi da anni. Questa sarà l’eredità vera per il territorio».
(In foto: Saldini e gli operai impegnati nel cantiere dello sliding center)