Un successo di pubblico. La mostra dei vetrini fotografici allestita dal Museo della Pietra e degli Scalpellini di Castellavazzo ha avuto un ampio flusso di visitatori. E proprio per questo resterà aperta ancora un mese abbondante.
«Abbiamo avuto ottimi riscontri – spiegano dal Museo -. Di conseguenza abbiamo pensato di prolungare l’esposizione, che inizialmente doveva chiudere i battenti il 23 marzo, invece sarà visitabile fino al 4 maggio. La chiuderemo solo il giorno dopo l’assemblea annuale dei soci. La mostra sarà quindi aperta con le consuete modalità, vale a dire il sabato e la domenica dalle 14 alle 18».
L’esposizione è una mostra d’arte. Si intitola “Ritratti di un tempo” e racconta attraverso i vetrini fotografici di Lorenzo Bergamasco “Modesta” volti, luoghi e figure del passato.

Lorenzo Bergamasco detto “Modesta” è nato presumibilmente nel 1866 (il dato è rilevato dall’anno della cresima dai registri conservati nella chiesa di Castellavazzo). Di professione faceva lo scalpellino, come tanti suoi compaesani, e anche il fotografo. Si sa che ha svolto la sua attività di fotografo in casa o negli immediati dintorni, spingendosi in qualche occasione nei paesi vicini. Era un ritrattista e ha letteralmente fermato il tempo tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Il figlio Alfredo con la moglie Alberta, sempre risieduti a Castellavazzo, ha avuto come discendenti due figli: Lorenzo, come il nonno, e Narciso, anche lui scalpellino. Entrambi sono emigrati nel New Jersey, in quell’ondata migratoria che ha caratterizzato gran parte del Bellunese. È stato proprio il nipote Narciso, mancato solo qualche anno fa, a donare all’Associazione Pietra e Scalpellini di Castellavazzo circa duecento vetrini derivanti dall’attività di fotografo del nonno “Modesta”.
I vetrini, che hanno anticipato l’avvento della pellicola, non erano ben conservati, infatti riportavano muffa e graffi che a volte rendevano irriconoscibili i visi dei soggetti fotografati. Il Circolo Fotografico Bruto Recalchi, con un notevole impegno, ha recuperato le immagini attraverso una gravosa opera di scansione e fotoritocco, per giungere a una stampa tipografica.
Sono proprio queste le immagini esposte al pubblico, insieme a una serie di vetrini.