Rincaro energia e gas, grido d’allarme dell’agricoltura

Rincaro energia e gas, grido d’allarme dell’agricoltura

Gli esorbitanti costi dell’energia elettrica e del gas, che dal 1° gennaio hanno segnato nuovi aumenti, stanno mettendo in gravissima difficoltà molte aziende agricole del Bellunese. Secondo le stime dell’Authority per l’energia, l’energia elettrica ha segnato nell’ultimo trimestre aumenti del 55%, mentre il gas è schizzato in alto del 42%. Tutto questo quando già l’anno scorso, rispetto al 2020, il costo dell’energia era aumentato del 100% e quello del gas metano del 300%. A soffrire sono tutte le aziende agricole, che tra costi diretti e indiretti faticano a sostenere le spese e a pagare le rate dei mutui.

«I nuovi rincari vanno ad appesantire ulteriormente il bilancio delle aziende agricole, già schiacciate dal balzo dei costi energetici che hanno segnato il 2021 – sottolinea Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno -. Soffrono tutti i comparti, da quello zootecnico ai floricoltori, perché non c’è possibilità di compensazione. Alcuni allevamenti si sono visti staccare l’energia elettrica perché erano in ritardo con il pagamento delle bollette e questo è assurdo: noi non possiamo fermare le stalle, perché hanno bisogno di energia per funzionare e le vacche mangiano tutti i giorni. E tutto questo va ad aggiungersi ad altri costi balzati alle stelle, come quelli dei mangimi e dei fertilizzanti. Gli aumenti sono sconsiderati, frutto di speculazioni che non sono state gestite bene a livello governativo, e sono quasi peggio dell’emergenza Covid perché rischiano di mandare in tilt le imprese. È una presa in giro anche l’energia green, perché ci pagano pochissimo quella che produciamo mentre ci salassano con quella che ci vendono loro. Perfino la liberalizzazione dell’energia elettrica non ha dato i frutti sperati, ma condotto a un arricchimento solo per pochi. Per rientrare dalle spese dovremmo vendere un litro di latte a 70 centesimi, ma ovviamente è impensabile scaricare sui consumatori questi abnormi aumenti di costi. Servono soluzioni che vanno individuate dalle istituzioni pubbliche, a ogni livello, perché ne va della nostra sopravvivenza».

In grande sofferenza i floricoltori, che faticano a scaldare le serre a causa dei costi delle bollette triplicati nel giro di un anno. Conferma Francesco Montagnese, presidente del settore florovivaistico di Confagricoltura Belluno: «Il peso sta diventando insostenibile per tutte le serre. In questo momento a essere in difficoltà sono i produttori di piante da interno, che hanno bisogno dai 18 ai 22 gradi, e di fiori. Stiamo partendo con la produzione per la primavera 2022, vale a dire surfinie, primule, viole, ciclamini, begonie, petunie e così via. Poi partiremo con i gerani, quindi con le fragole e, a fine febbraio, con le piantine da orto. Anche i costi dell’energia elettrica, che sono triplicati, ci stanno mettendo in crisi, perché abbiamo bisogno perennemente di luce, sia d’inverno per la coltivazione delle piante, sia d’estate per gli impianti di condizionamento. Come faranno le aziende a sopravvivere non lo so, visto che da dicembre a Feltre siamo sempre sotto zero e con questi costi di riscaldamento è impossibile starci dentro. Perciò voglio lanciare un appello ad aprire un tavolo per capire se ci sono forme di compensazione per consentire alle nostre aziende di reggere il colpo».

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto