Prima la denuncia, alla politica «assente». Poi la richiesta, di una mobilitazione provinciale e di un patto straordinario per l’industrializzazione del territorio. Rifondazione Comunista non si rassegna alla chiusura di Ideal Standard.
«La vicenda Ideal è l’esempio di come la politica regionale e nazionale sia assente, assolutamente incapace di dare risposte al nostro territorio e ai nostri lavoratori» sostiene la parte bellunese del partito. Che non lesina parole di biasimo nei confronti della proprietà della fabbrica di Trichiana, «che prima ha sfruttato le competenze e la professionalità dei lavoratori, poi ha deciso di chiudere».
Da qui, la sponda ai sindacati, con il sostegno nella battaglia a non mollare e anzi rilanciare. «Noi di Rifondazione Comunista – dicono – da sempre al fianco dei lavoratori, siamo prima di tutto solidali con gli operai di Ideal Standard e con le loro famiglie. E chiediamo una mobilitazione provinciale che veda impegnati lavoratori, sindacati, istituzioni, partiti e società civile: una mobilitazione che arrivi non solo in Regione il 5 novembre per chiedere la non chiusura di Ideal. Serve un patto straordinario per l’industrializzazione del nostro territorio dove la professionalità dei lavoratori si unisca a una nuova idea di produzione manifatturiera che faccia vivere la nostra terra».