È diventata famosa con le fiction Rai. Quella chiesa arroccata sul cocuzzolo, solitaria come una nave in mezzo a un mare di boschi e di roccia dolomitica. Poi è stata chiusa, per ragioni di sicurezza, perché il terreno sottostante presentava ampi strati poco stabili, senza roccia. Niente messe, niente celebrazioni liturgiche… la solitudine di un edificio religioso in cui non risuona neppure un “amen”. Sembrava addirittura, a un certo punto, che convenisse demolire navata e campanile, o lasciarla per sempre chiusa, in bilico.
Poi è stata trovata una vena di roccia, in profondità, sono partiti i lavori e adesso la chiesa di San Martino a Valle di Cadore è pronta a riaprire. Il 1° maggio ci sarà grande festa, con la cerimonia di riapertura e la messa solenne celebrata dal vescovo.
I lavori di consolidamento del terreno su cui poggia la chiesa hanno riguardato la creazione di un cordolo e l’installazione di pali. Lavori preceduti da lunghe e complesse indagini geologiche. Nel frattempo le messe sono state spostate in altre strutture. Ma adesso i fedeli potranno tornare a San Martino.