“Resto a casa… e ci sentiamo”, oltre 1000 chiamate per lo sportello coronavirus

“Resto a casa… e ci sentiamo”, oltre 1000 chiamate per lo sportello coronavirus

Covid – 19 ci obbliga a stare a casa, senza vedere nessuno al di fuori della cerchia familiare. E’ in momenti come questi che Antonio Meucci (l’inventore del telefono) si può prendere la sua bella rivincita dall’aldilà. Perché se online ormai si può far tutto, sentire una voce amica all’altro capo del filo fa la differenza. Lo possono certificare gli operatori dello sportello “Resto a casa…e ci sentiamo”, istituito dal Comune di Belluno fin dai primi giorni di lockdown.

I numeri

Dal 13 marzo al 3 aprile sono state 1044 le chiamate ricevute dallo sportello, anche da fuori comune: le chiamate sono infatti arrivate in gran parte da Belluno città, ma non sono mancate richieste dai vicini comuni di Limana e di Alpago, e anche da Pieve di Cadore. Una media di oltre 50 chiamate al giorno, con picchi di quasi 100 telefonate nel primo giorno di apertura del servizio e in occasione dell’introduzione dei nuovi DPCM e ordinanze nazionali e regionali. Ben 41 le richieste arrivate dallo sportello “Resto a casa…e ci segniamo”, dedicato alle persone sorde e realizzato con l’aiuto della cooperativa Blhyster e dell’Ente Nazionale Sordi di Belluno. Attivato anche il servizio a sostegno delle persone in isolamento domiciliare fiduciario sociale; 104 i cittadini contattati direttamente, 66 i nuclei familiari coinvolti; 20 le richieste inoltrate al Centro operativo comunale di Protezione civile per la fornitura di dispositivi di protezione individuali, farmaci e per la gestione dei rifiuti.

 

Le domande

Mobilità e spostamenti: questi gli argomenti più “gettonati” durante le telefonate (304, il 29% circa). Si è variato dalla possibilità di effettuare passeggiate all’accompagnamento di disabili o di persone affette da demenza, fino ai viaggi in auto con i bambini, gli spostamenti di genitori separati e la gestione delle uscite delle badanti. Grande preoccupazione per l’assistenza alle persone anziane, ma anche molti dubbi dei nonni chiamati a badare ai nipotini mentre i figli sono al lavoro. Altro tema molto gettonato l’uso, la disponibilità e la consegna delle mascherine (191 chiamate, il 18% del totale), e la disponibilità di esercizi commerciali e farmacie per la spesa a domicilio (187, sempre il 18%, e per i quali abbiamo creato un’apposita mappa aggiornata giornalmente). Sono stati finora 29 gli esercizi commerciali (supermercati, negozi, ristoranti) e 10 le farmacie che si sono resi disponibili a consegnare prodotti a domicilio; 145 le persone che hanno goduto di questo servizio, grazie alla collaborazione della Protezione Civile e della Croce Rossa.

 

“Dietro” lo sportello

Il gruppo di lavoro che gestisce lo sportello di ascolto sociale è formato da educatori professionali e assistenti sociali del Comune di Belluno, affiancati sabato e domenica dai volontari della Protezione civile comunale. Garantite 252 ore di servizio nelle prime tre settimane dai due operatori per turno. Nei week-end, invece, sono stati 12 volontari di Protezione Civile a coprire 75 ore di attività diretta dello sportello. “Rete immigrazione” ha collaborato nella traduzione in 12 lingue dei DCMP e delle disposizioni regionali, e ha svolto una funzione di raccordo, di orientamento e di supporto allo sportello con la disponibilità di mediatori culturali e linguistici.

 

Il commento

«Sono dati significativi, sia per il numero che per il contenuto: molti cittadini hanno infatti voluto condividere le loro difficoltà in un momento tragico sul piano sanitario, ma che ha pesanti ripercussioni anche sulla vita sociale ed economica di tutti i giorni. – commenta l’assessore alle politiche sociali, Lucia Pellegrini – Ricevere risposte e conforto anche su piccole questioni è un modo per esorcizzare le paure legate alla situazione attuale; trovare operatori disponibili all’ascolto, competenti ed empatici ha contribuito a far sentire meno sole le persone. La risposta dei bellunesi a questo servizio ci spinge a continuare su questa strada, con sempre maggior impegno». «Per gestire in modo efficace un’emergenza, occorre far coesistere tre esigenze: – aggiunge il sindaco Jacopo Massaro – quella di diffondere in modo rapido e capillare le informazioni; quella di garantire ai cittadini un canale di comunicazione coi soccorsi; infine, quella di sentire che il Comune non ti lascia solo, ma ti sta accanto, ascoltando e prendendosi cura di te. Questo esperimento è ben riuscito, grazie anche alla dedizione e alla professionalità degli operatori, e rappresenta un’esperienza virtuosa per noi preziosa».

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