Progetto Mosaico: a rischio il servizio per persone con disabilità mentale

Progetto Mosaico: a rischio il servizio per persone con disabilità mentale

Da un lato, l’utilizzo completo delle risorse ottenute dai bandi di Fondazione Cariverona per le attività extra ordinaria amministrazione; dall’altro, una convenzione che scadrà a fine anno e della quale non si conosce ancora il futuro: il Progetto Mosaico, curato dalla Cadore Società Cooperativa Sociale, vive un momento di preoccupazione e incertezza legato ai due fattori.

In questi giorni, la responsabile del progetto e vicepresidente della Cadore Scs, Rina De Lorenzo, ha incontrato i familiari dei ragazzi che partecipano al progetto per illustrare loro la situazione e i possibili risvolti futuri: «Abbiamo spiegato loro quale è il quadro attuale e quali le prospettive: fino ad oggi sono state diverse le attività che abbiamo svolto, oltre a quelle ordinarie previste del progetto, e che hanno suscitato l’interesse e il coinvolgimento dei ragazzi. Ora, però, ci troviamo a dover intervenire con le risorse della cooperativa anche semplicemente per l’acquisto dei colori per il corso di pittura curato da un ragazzo di Calalzo di Cadore e per il riconoscimento delle “doti”, ossia di quel contributo giornaliero di 5 euro che viene dato come riconoscimento a ogni ragazzo del progetto».

Il Progetto Mosaico è una “palestra occupazionale” dedicato a persone con handicap mentale di media o lieve gravità e con capacità lavorative, nato nel 2014 con lo scopo di avviare percorsi individuali che possano portare anche ad un inserimento lavorativo: i genitori presenti all’incontro hanno sottolineato l’importanza delle attività per la crescita dell’autonomia e della socialità dei nostri figli, appoggiando in pieno le osservazioni della Cadore s.c.s. e mettendosi a disposizione per ogni iniziativa possibile. Il progetto coinvolge soprattutto i ragazzi usciti dal mondo della scuola, lavorando sulle loro abilità manuali e relazionali, sulla vita autonoma, sul rispetto degli orari e dei tempi di lavoro, in un ambiente protetto dove possono esercitare liberamente le proprie abilità e la propria socialità.

In questi mesi, con il lavoro della nuova educatrice Elisa Castellucci, sono state effettuate escursioni sul territorio, visite nelle aziende agricole, laboratori di pittura e di cucina: attività che hanno visto i ragazzi affrontare situazioni inusuali per loro, come l’incontro con persone estranee, l’affrontare luoghi sconosciuti, andare a fare la spesa e preparare semplici pasti; tutte azioni che hanno portato ad una maggiore autonomia e autostima dei partecipanti.

«Ma la situazione di incertezza ci impedisce di attivarci per ricercare fondi per le attività dei prossimi tre mesi», conclude De Lorenzo.

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