Nulla sarà più come prima. Neanche negli ospedali veneti. Perché nella cosiddetta “fase 2” cambieranno le modalità di erogazione dei servizi. Le attività sanitarie ordinarie, che erano state sospese durante la fase più acuta dell’epidemia, riprenderanno senza problemi. La parola d’ordine però sarà “sicurezza”, accompagnata da due capisaldi come prevenzione e protezione. Quindi, regolamentazione degli accessi, ingresso in ospedale prioritariamente con prenotazione e obbligatorio il distanziamento sociale. Tutte misure contenute nel documento di linee d’indirizzo che la Regione ha emanato poche ore fa.

«Tornano i servizi e saranno efficienti e attenti alle nuove necessità di prevenzione e protezione, ma non con le modalità di prima – spiega il governatore del Veneto, Luca Zaia -. La filosofia di base è la sicurezza dei cittadini che frequentano le strutture, degli operatori sanitari e dei ricoverati». «Si torna alla normalità, ma sarà una normalità gestita in modo diverso da prima, con la massima allerta organizzativa, gestionale e operativa, per impedire in ogni modo qualsiasi rischio di contagio – sottolinea l’assessore regionale alla sanità, Manuela Lanzarin -. Tutti gli accessi saranno presidiati da personale sanitario che verificherà la temperatura corporea di chi si presenta; tutti dovranno indossare la mascherina e, se non ne saranno provvisti, ne metteremo a disposizione agli ingressi. Gli spazi interni saranno tutti rivisti per impedire concentrazione di persone. Tutte le persone da ricoverare saranno preventivamente sottoposte al tampone (se ne prevedono circa 1.600 al giorno, ndr) e isolate fino all’esito. Particolari precauzioni ci saranno anche per i ricoveri di emergenza e urgenza». Quindi, confermato il pre-triage e percorsi dedicati per la sintomatologia sospetta di Covid. Per i ricoveri programmati, invece, è prevista una visita di controllo con tampone il giorno precedente.