Un coordinamento europee per lo sci e gli sport invernali. Lo ha chiesto il governatore Zaia. «Perché chiudere Arabba e Cortina, mentre in altre località d’oltralpe si scia, è difficilmente giustificabile, visto e considerato che siamo nello stesso bacino epidemiologico». Insomma, c’è ancora qualche speranza per gli operatori. E le stazioni sciistiche non mollano. Anche se le possibilità di aprire per l’Immacolata sono praticamente a zero. E quelle di avviare seggiovie e ski aree per Natale rimangono comunque molto basse. Se fosse tema di scommesse, i bookmaker quoterebbero un’apertura della stagione in tempo per le Festività con numeri da sbancare.
Per capire cosa succederà serve ancora un po’ di pazienza. Ieri i governatori dei territori che affacciano sulle montagne hanno approvato in sede di Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome le linee guida per l’utilizzo degli impianti di risalita. Un documento che dovrà comunque passare il vaglio del governo e del Cts.
«Pur con la piena consapevolezza delle difficoltà e delle incertezze dettate da questo difficile momento, tutto il sistema turistico sta lavorando alacremente per un avvio in sicurezza della stagione invernale – scrivono gli assessori e amministratori regionali di Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta, Trento, Bolzano, Veneto e Friuli Venezia Giulia -. Alla luce delle notizie riguardanti le misure che il Governo intende adottare nel prossimo Dpcm, secondo le quali si esclude la possibilità di aprire gli impianti a fune per le festività natalizie, gli assessori delle regioni alpine chiedono al Governo di rivedere questa scelta che metterebbe in crisi un intero sistema, che porta un notevole indotto economico, lavorativo e sociale per l’intero Paese».