Stop immediato ai mezzi pesanti in Valboite. E studio rapido di alternative per la viabilità da e per Cortina. La parola d’ordine del “Veneto che vogliamo” è sostenibilità.
La lista che appoggia Lorenzoni alle regionali ha tentato un esperimento: si è messa alla finestra di una casa che si affaccia sulla Statale 51, e ha contato i tir in transito. Una cinquantina in appena tre quarti d’ora. Tra l’altra, in un giorno qualsiasi della settimana e non certo nell’ora di punta. «Risulta evidente l’insostenibilità di una presenza in continuo aumento negli ultimi anni di tir che attraversano le Dolomiti, i suoi centri abitati e le sue valli di grande bellezza e fragilità ambientale – sostengono i candidati bellunesi a sostegno di Lorenzoni -. Malgrado la tortuosità di alcuni tratti, i limiti di velocità e la presenza di case e persone che richiederebbero particolare attenzione, il risparmio dei pedaggi e un limitato controllo stradale rendono la strada d’Alemagna conveniente rispetto ad altre direttrici di lunga percorrenza nord-sud. Quello del traffico pesante e del traffico in generale nelle Dolomiti è decisamente un tema centrale per la vivibilità e il futuro dei territori. Ma attenzione, non stiamo invocando il prolungamento della A27. I fatti dimostrano che l’allungamento dell’autostrada a Pian di Vedoia non ha migliorato la viabilità, ma ha semplicemente spostato più a nord il problema. Anzi potremmo pensare che il prolungamento dell’autostrada non potrebbe che rendere ancora più attraente al traffico pesante e di lunga percorrenza le nostre vallate dolomitiche».
Quindi, no autostrada e no camion. «Nell’immediato l’unica soluzione è l’interdizione del passo Cimabanche, di Misurina, passo Monte Croce Comelico e del Mauria ai mezzi pesanti di puro transito – continuano dal “Veneto che vogliamo” -. A lungo termine si deve ragionare in un’ottica di rete favorendo lo spostamento di merci di media-lunga percorrenza su rotaia e offrendo valide alternative all’uso dell’auto privata, sia per residenti che turisti».