Lavoro, sostenibilità e sicurezza: la ricetta di Cgil e Cisl per la ripresa

Lavoro, sostenibilità e sicurezza: la ricetta di Cgil e Cisl per la ripresa

Chi non ha la soluzione, è parte del problema. I sindacati non vogliono essere parte del problema, quindi ecco le soluzioni per superare il coronavirus e lo shock economico: lavoro, sostenibilità, innovazione, e soprattutto sicurezza, che di questi tempi non è mai troppa. Ingredienti che dovranno essere mixati in un «patto per la ripartenza» dicono Cgil e Cisl. «Serve una condivisione di obiettivi e iniziative tra parti sociali e istituzioni. Una scommessa che vinceremo solo se sapremo individuare che cosa serve davvero per ripartire».

E cosa serve davvero per ripartire? Sicurezza. «Prima di tutto dobbiamo mettere tutti nelle condizioni di lavorare e vivere in sicurezza, perché l’emergenza non è finita – dicono Mauro De Carli (segretario Cgil) e Rudy Roffarè (segretario Cisl) -. Ciò significa l’applicazione seria  dei protocolli di sicurezza, ma anche consistenti investimenti pubblici nel sistema socio-sanitario, partendo dalla formazione e dall’assunzione di medici e infermieri per rafforzare la medicina sul territorio e l’assistenza domiciliare integrata, fondamentale per la provincia di Belluno».

Sicurezza che dovrà essere tradotta nei meccanismi organizzativi delle aziende. Ma poi bisognerà andare oltre. «La priorità è sbloccare i cantieri già finanziati o in parte progettati. Per quanto riguarda la provincia di Belluno significa accelerare i cantieri di Cortina 2021, della ferrovia e della infrastruttura della banda ultra larga – continuano Cisl e Cgil -. In secondo luogo, le aziende vanno accompagnate nella transizione energetica dal petrolio alle fonti rinnovabili e all’industria 4.0. È altresì fondamentale che le imprese, a partire dalle occhialerie e dalle aziende metalmeccaniche, si costituiscano in reti, altrimenti rischiano di essere estromesse dalla competizione internazionale». 

E sul turismo? Spingere sull’ospitalità diffusa della montagna. «Sul turismo vi è la possibilità di offrire un ambiente favorevole, meno affollato e idoneo in tempi di coronavirus, dove l’accoglienza diffusa può diventare una importante entrata economica per le famiglie e valorizzare così le vallate – sottolineano De Carli e Roffarè -. Vanno però sostenuti questi progetti attraverso un coordinamento locale che nei fatti è lasciato a sporadiche iniziative individuali, e purtroppo al rischio di essere predati dai gruppi d’affari che si innestano senza controllo nel mix tra grandi eventi  e arretratezza strutturale del sistema dell’accoglienza».

I sindacati chiedono anche interventi nel campo dell’istruzione. E accelerano perché venga convocato al più presto il tavolo provinciale delle politiche del lavoro. 

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