Di sicuro non sarà ricordata come una stagione da incorniciare. È stato l’inverno della ripartenza dopo la chiusura imposta dal Covid, ma non sarà memorabile. Anzi, chiuderà prima del previsto. In alcuni casi, diverse settimane prima. Lo sci infatti si arrende alla situazione: poca neve, costi elevatissimi, bollette dell’energia elettrica da capogiro e assenza dei turisti dall’est Europa. In pratica, le ski aree hanno già cominciato a chiudere. Molti arriveranno fino al prossimo weekend. Qualcun altro spegnerà le seggiovie a fine mese. Quasi nessuno arriverà a Pasqua, che all’inizio dell’inverno era indicata come data valida per gli ultimi botti della stagione.
I primi a chiudere saranno Nevegal e Monte Agudo (Auronzo): qui le ultime sciate sono in programma domenica, poi stop. La settimana dopo toccherà a Falcade, quella dopo ancora al Civetta, mentre per gran parte del carosello Dolomiti Superski l’ultima data sarà domenica 10 aprile. Arabba sembra avere intenzione di resistere fino a Pasqua, mentre il Faloria proverà a chiudere dopo il ponte del 25 aprile. Ma per tutti pesano i costi. La neve infatti ci sarebbe, complici anche le temperature basse del periodo. Quello che manca sono gli sciatori: il costo del carburante ha tenuto molti a casa nell’ultimo fine settimana. Nessuna coda in Alemagna. Quindi, nessun affollamento sulle piste.