Personale sanitario nel Bellunese, una trentina di positivi tra cui 10 medici e 12 infermieri

Personale sanitario nel Bellunese, una trentina di positivi tra cui 10 medici e 12 infermieri

 

Attraverso una diretta web, il direttore generale dell’Ulss 1 Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno, ha tracciato il punto della situazione sull’emergenza legata al Coronavirus: «Abbiamo una trentina di positivi fra il personale sanitario. È un dato naturale, visto che il contagio avviene con pazienti che hanno una carica virale consistente. Tutti e trenta sono stati posti in quarantena e a domicilio: parliamo di 10 medici, 12 infermieri, 7 Oss (operatori socio-sanitari) e un dipendente di altro profilo».

L’ospedale San Martino di Belluno è centro riferimento Covid-19 per la provincia: «In questo senso, la struttura avrà una dotazione supplementare di posti letto. Posti che ora sono 9 per quanto riguarda la terapia intensiva. A questi se ne aggiungeranno altri 6, oltre ai 10 riservati alla Pneumologia e a una quarantina per le Malattie infettive. Le dotazioni sono a disposizione e verrebbero utilizzate qualora l’andamento della curva dell’epidemia lo rendesse necessario».

A proposito delle strutture ospedaliere, il direttore generale si è soffermato sulla riorganizzazione delle attività: «Sono sospese tutte le prestazioni di natura specialistica, tranne quelle con urgenza di 24 ore o priorità di 10 giorni. Dopo la metà di aprile, speriamo sia possibile riprogrammare l’agenda in merito alle prestazioni ambulatoriali e diagnostiche. Va ricordato, inoltre, che sono sospese pure le attività che implicano un contatto di sportello». A essere potenziato è il dipartimento di prevenzione: «Abbiamo una decina di sale operative. In generale, i positivi asintomatici o con sintomi lievi sono 109. Per loro, è sufficiente rimanere a domicilio con una serie di precauzioni».

Occhio di riguardo per i lavoratori nelle aziende: «Abbiamo avviato una campagna di controlli con lo Spisal per tutelare tutti e verificare il corretto utilizzo degli strumenti di protezione». E un pensiero alle case di riposo: «Alcune vivono situazioni di problematicità, con degli ospiti positivi. Ma le attività di filtro sono molto scrupolose». Infine, la raccomandazione di Rasi Caldogno: «Rimanete nel vostro domicilio. Minimizzare le occasioni di contatto con l’esterno è la via maestra per rallentare l’epidemia».

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