A volte ritornano. E rischiano di passare da sciagura a salvezza, da cattedrale nel deserto a ultimo baluardo. È il caso della pista da bob di Cesana. Quella realizzata per le Olimpiadi di Torino 2006 e poi abbandonata al degrado. Anzi, diventata pietra di scandalo ed esempio nazional popolare dello sperpero di denaro pubblico per un grande evento. Quella pista oggi torna prepotentemente d’attualità, recuperata dalla polvere e dall’oblio per “salvare” le Olimpiadi di Milano Cortina (anche se, nel caso in cui Cesana dovesse andare a segno, resterebbe ben poco di Cortina).
La Fondazione 20 Marzo 2006, proprietaria dell’impianto, avrebbe preparato un dossier per presentare la propria candidatura a ospitare le Olimpiadi invernali 2026. Da quanto trapela, il documento dovrebbe dimostrare come i 1.400 metri del tracciato siano ancora funzionanti, specialmente nel sistema di formazione del ghiaccio, ovvero il cuore pulsante dell’impianto. Che è fermo dal 2011, è vero. Ma che con un investimento adeguato potrebbe presto tornare in funzione. E il momento è quanto mai adatto, anche per salvare la faccia al Sistema Paese, dato che la gara per realizzare la pista a Cortina è andata deserta e sotto le Tofane tutto sembra fermo.
È per questo che Fondazione 20 Marzo 2006 presenterà la sua candidatura nei prossimi giorni. Il dossier dovrebbe arrivare sui tavoli ministeriali e al Coni all’inizio della prossima settimana, con un dato preciso: per sistemare Cesana entro il 2025 servirebbero circa 40 milioni di euro. Meno di quanto previsto per Cortina.
Quindi cosa succederà? Tra qualche giorno se ne saprà di più. Intanto a Cortina aspettano risposte, che non arrivano.
