Oggi diamo il via a una nuova rubrica: “Pensieri in quota al tempo del Covid-19”
di Antonio G. Bortoluzzi
Scrittore, premio Gambrinus-Mazzotti della montagna, finalista Premio Calvino; il suo ultimo romanzo “Come si fanno le cose” è pubblicato da Marsilio
Quando muore una persona anziana scompare un pezzo di memoria e di mondo. Ho cominciato a scrivere perché ho avuto il privilegio di stare tanto tempo con i vecchi, fin da bambino: persone che non avevano studiato molto, ma che avevano vissuto luoghi e situazioni difficili, al limite della sopravvivenza fisica dentro quel ‘900 che è stato anche terribile, mortifero, insanguinato.
In queste settimane muoiono molte persone anziane lasciando quel vuoto che ci pare più che mai ingiusto e incolmabile nelle nostre case, famiglie, vite, nello stesso Paese. E ci sentiamo impotenti e sconfitti. Io ho imparato che possiamo guardare una foto, tenere nel cuore un’emozione, fissare nella mente un ricordo e, se abbiamo avuto tempo di memorizzarla, anche una storia vera. Perché è importante la Storia, ma anche “una storia”: quel piccolo significato che riflette il nostro.