Olimpiadi a scapito delle vittime: 43 milioni tolti al fondo anti-usura, è bufera

Olimpiadi a scapito delle vittime: 43 milioni tolti al fondo anti-usura, è bufera

Mentre mancano ormai poco più di 200 giorni a Milano – Cortina 2026, non si placano le polemiche attorno al grande evento. L’ultima denuncia in ordine di tempo arriva da Libera e riguarda una norma contenuta nell’articolo 16 del Decreto legge Sport: 43 milioni di euro, originariamente destinati al fondo per le vittime di usura ed estorsione mafiosa, sono stati dirottati sull’organizzazione dell’evento sportivo. Una mossa che l’associazione Libera – promotrice della campagna Open Olympics 2026 – definisce senza giri di parole: «Inaccettabile. Una scelta fuori da ogni logica se non quella del mero calcolo politico».

L’ipocrisia di Stato
I fondi, ricorda l’associazione fondata da don Luigi Ciotti – erano stati pensati per sostenere imprenditori e cittadini coraggiosi, quelli che denunciano il racket e l’usura. Ora finiranno a coprire i servizi di ordine pubblico delle Olimpiadi. Un cambio di destinazione apparentemente legittimo, ma eticamente devastante. «Se oggi si denuncia meno non significa che usura ed estorsione siano sparite», osserva Libera. «Sono fenomeni pervasivi, silenziosi, sempre più difficili da intercettare. Svuotare il fondo vuol dire abbandonare chi combatte».

Trasparenza fantasma e giochi insostenibili
Nel mirino dell’inchiesta “Giochi insostenibili”, pubblicata da Lavialibera, emergono dati che “smentiscono ogni retorica olimpica”. «Alcuni numeri parlano chiaro: dai 1,36 miliardi previsti inizialmente si è passati a un budget complessivo di quasi 6 miliardi di euro, di cui 3,4 miliardi in infrastrutture, molte delle quali scollegate dalle esigenze sportive. La Fondazione Milano-Cortina 2026 ha accumulato 108 milioni di euro di deficit al 31 dicembre 2023. E mentre le pagine del dossier di candidatura gridavano “sostenibilità” ben 96 volte, oggi i principali sponsor includono giganti dell’industria fossile e bellica». «Le risorse per la sicurezza dovevano essere previste fin dall’inizio, nel bilancio dello Stato – conclude Libera – non rubate a un fondo che garantiva dignità alle vittime».

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