La montagna perde sempre? Mica vero. E non è vero nemmeno che perde abitanti. Ci sono aree che mostrano inversioni di tendenza. O meglio, «nuovi assetti qualitativi del popolamento alpino» come direbbe Mauro Varotto. Sarà proprio lui, Varotto, a spiegarlo chiaramente. A raccontare il pendolarismo dalle aree urbane alla montagna, a tratteggiare le migrazioni “per necessità” e i pensionati di ritorno. Tutte forme variegate di un fenomeno percettibile nei numeri. E protagoniste delle “Montagne di mezzo”, l’ultimo libro dello studioso, docente di Geografia, Geografia culturale e Storia e valorizzazione del paesaggio rurale all’Università di Padova.
Varotto sarà ospite alla villa di Seravella, nel secondo appuntamento di “Oltre le vette” ospitato dal Museo etnografico della Provincia di Belluno. Sabato mattina (10 ottobre) alle 11 presenterà il suo ultimo saggio, in cui tratta temi molto vicini alla realtà bellunese. Il volume (edito da Einaudi) si concentra proprio su quei territori, per lungo tempo soggetti a progressivo abbandono, che nel corso dell’ultimo decennio sembrano mostrare segnali di un ritorno, di una rinascita, in chiave diversa da quella maturata nel corso del Novecento. L’autore, profondo conoscitore dei territori alpini e prealpini, a partire dall’analisi di esperienze quasi pionieristiche di persone che scelgono di abitare o tornare in luoghi comunemente considerati disagiati, vuole proporre una nuova visione della montagna: non più luogo perdente, marginale, dimenticato o immolato al godimento turistico urbano, bensì realtà vivace, sorprendente, capace di dare senso a nuovi e alternativi progetti di vita.
«I temi trattati da Varotto sono gli stessi che sentiamo nostri da tempo: lo spopolamento della montagna e le difficoltà di vivere in quota. Lo sguardo però non è perdente: la montagna può prendersi la sua rivincita, come l’estate appena trascorsa ci ha fatto intravvedere», commenta Simone Deola, consigliere provinciale delegato alla cultura e all’agricoltura.
Oltre all’autore interverranno l’antropologa Daniela Perco, il sociologo Diego Cason e il botanico Cesare Lasen. Per motivi di sicurezza legati alla pandemia da Covid-19 i posti in sala sono limitati e la prenotazione è obbligatoria (telefono 0439 438355; email: museoseravella@provincia.belluno.it).