Mido 2022, la fiera internazionale dell’occhiale di Milano, è tornata in presenza dopo due anni, e lo ha fatto con una forte componente bellunese; non solo perché tra le Dolomiti si trova il distretto dell’occhialeria, non solo perchè 13mila dei quasi 18mila occupati nel settore (oltre il 70%) lavorano nella provincia dolomitica: Belluno ha fatto – e sta facendo – la storia dell’occhialeria italiana e di conseguenza di Mido, come dimostrano le premiazioni sul palco milanese in occasione della cerimonia di apertura.
Il Presidente di Mido e Anfao, Giovanni Vitaloni, ha infatti premiato i “past president” della rassegna presenti in sala: Ennio De Martin, Paolo Cannicci, Vittorio Tabacchi e Cirillo Marcolin. Tutti bellunesi, come molti degli altri presidenti ricordati durante la cerimonia (Mario Lozza, ideatore nel 1970 della manifestazione, Leonardo Del Vecchio, Francesco Caporossi, Callisto Fedon e Giuliano Tabacchi) e come la maggior parte delle aziende premiate per la loro fedeltà alla rassegna fin dalla prima edizione.
Mido è stata anche l’occasione per fare il punto sullo stato di salute dell’occhialeria: i dati – economici, occupazionali e di export – si sono rivelati positivi, confermando il comparto come uno dei più reattivi alla ripresa.
La produzione dell’occhialeria italiana nel 2021 è stata di 4,17 miliardi di Euro, in crescita del 35% rispetto al 2020 e del 4,5% rispetto al 2019; 848 le aziende attive, una dozzina in meno rispetto all’anno precedente e 30 in meno rispetto al periodo pre-pandemia. Tiene anche l’occupazione: su circa 18mila posti di lavoro, se ne sono persi appena un centinaio. Infine, le esportazioni di montature, occhiali e lenti: valgono circa il 90% della produzione e sono cresciute del 39,2% rispetto al 2020 e del 3,4% sul 2019, superando di poco i 4 miliardi di euro.
Dati che, per il presidente Vitaloni, si confermeranno positivi anche per il 2022, soprattutto grazie alle capacità del distretto bellunese e al fascino che sui mercati esteri esercita il Made in Italy.