«Mense scolastiche: basta cibi precotti, puntiamo su prodotti bellunesi»

«Mense scolastiche: basta cibi precotti, puntiamo su prodotti bellunesi»

«Il Pnrr può diventare la grande occasione per rivedere completamente il servizio pasti nelle scuole. Abbiamo l’opportunità di alzare la qualità e portare nei piatti dei bambini bellunesi i prodotti locali cucinati e confezionati in ciascuna scuola, non precotti a centinaia di chilometri di distanza. Serve un patto tra scuola, amministrazioni comunali e associazioni agricole».

Ad affermarlo è il deputato bellunese del Partito democratico, Roger De Menech: «Mettiamo sullo stesso tavolo a discutere le associazioni di produttori, le scuole e le amministrazioni comunali. Sono certo che riusciremo a fornire pasti con frutta, verdura e cerali coltivati in provincia. E carni allevate nel Bellunese. Ci sono tutte le condizioni per rendere le mense un punto di eccellenza e per impostare dei percorsi di educazione alimentare».  

In totale ci saranno 17,59 miliardi, di cui 5,2 già dal prossimo anno per costruire nuove scuole, asili nido e scuole per l’infanzia, il potenziamento delle mense scolastiche, l’aumento dell’offerta di attività sportive con la previsione di costruire nuove palestre o la riqualificazione di quelle esistenti e infine la messa in sicurezza e riqualificazione degli edifici scolastici. Al Veneto dovrebbero arrivare 308 milioni della prima tranche, di cui 143,5 per nuovi asili, 53,4 per l’efficienza energetica degli edifici, 41,9 per nuove scuole per l’infanzia, 17,5 destinati alle mense, 13,7 per nuove palestre e 37,9 per l’adeguamento alle normative di sicurezza.

«Noi siamo in una situazione di relativo privilegio», afferma De Menech, «perché non abbiamo un’emergenza sugli edifici scolastici, grazie agli investimenti costanti di Comuni, della Provincia, all’utilizzo dei Fondi Confinanti negli anni passati e ai bandi vinti per la costruzione di nuove scuole, come a Mel di Borgo Valbelluna». 

Al contrario, la qualità dei pasti forniti ai bambini nelle scuole materne e dove c’è il tempo prolungato, in alcuni casi è peggiorata: «Se prima c’erano cuoche e cuochi che cucinavano e apparecchiavano – conclude De Menech – oggi i bambini si vedono recapitare un vassoio di plastica di cibi precotti. Anche le posate sono di plastica e spesso mancano locali adeguati dove consumare i pasti costringendo gli studenti a mangiare sul banco dove fanno lezione. A più riprese i genitori si sono giustamente lamentati ma nell’ultimo decennio la scelta è stata di fatto obbligata dalle restrizioni di bilancio». 

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto