Lo si sapeva da settimane, anche se mancava ancora l’ufficialità. Ieri è arrivata: le scuole non riapriranno prima della fine dell’anno scolastico (nessuna indicazione, invece, per quanto riguarda settembre). Avanti tutta con la didattica a distanza.
Lo ha confermato la ministra Azzolina, subito dopo la conferenza stampa del premier Conte. «Tutti gli scenari elaborati dal comitato tecnico-scientifico sconsigliano la riapertura delle scuole, se non vogliamo vanificare gli sforzi fatti da milioni di italiani e mettere a rischio la salute di tanti – ha scritto la ministra -. È un grande dolore per me dover tenere le scuole chiuse. Ma ce lo impone il senso di responsabilità. Per ripartire, domani, più forti. È un grande sacrificio. Lo sappiamo. Per questo ci saranno misure di sostegno per le famiglie. Così come sappiamo che occorre lavorare rapidamente per settembre. E lo stiamo facendo. Presto avremo le prime proposte».
Prima di settembre, però, c’è un appuntamento importante, soprattutto per i ragazzi che stanno concludendo il percorso di studi. Alle medie – anche questo è praticamente ufficiale – non ci saranno gli esami. E alle superiori? A quanto pare, sarà confermata l’ipotesi del solo orale di maturità. La novità di ieri, però, è che non avverrà tramite collegamento internet, in videoconferenza, come sembrava fino a qualche giorno fa. Il colloquio sarà a scuola, davanti al banco della commissione.
«Lavoriamo anche sugli esami del secondo ciclo in presenza – ha scritto ieri Azzolina -. Siamo convinti di poterli garantire in sicurezza, il comitato tecnico-scientifico ci ha dato il via libera».
Resta un problema. Anzi, “il” problema: se dal 4 maggio riprenderanno quasi tutte le attività, come faranno i genitori a fare i conti con le scuole chiuse? Accendi il computer, dicono. Arriva il materiale didattico, aggiungono. Ovviamente, non basta.