“L’olocausto dimenticato” degli armeni nei racconti e nelle opere di Antonia Arslan

“L’olocausto dimenticato” degli armeni nei racconti e nelle opere di Antonia Arslan

C’è una drammatica pagina di storia ancora oggi poco conosciuta: il genocidio armeno per mano dell’allora Impero Ottomano, nei primi anni della Prima Guerra Mondiale, fece oltre 1,5 milioni di vittime; praticamente tre quarti della popolazione armena residente nell’odierna Turchia venne spazzata via per motivi etnici e religiosi.

A tenere viva la memoria di questa tragedia è da tempo Antonia Arslan, scrittrice padovana di origini armene con forti legami con la nostra provincia (da bambina passò diverse estati nella casa dei nonni a Susin di Sospirolo), ospite martedì sera dell’incontro a Palazzo dei Rettori sul tema “Coraggio e destino delle donne armene”, organizzato dal Comune di Belluno e dalla Prefettura di Belluno.

Una serata che ha approfondito la storia del genocidio armeno, attraverso i ricordi, le opere e gli incontri di Antonia Arslan in tutti i continenti, dall’Europa al Sud America, per ricostruire la storia di questo popolo e del dramma vissuto; un’occasione per ribadire l’importanza della memoria.

Una pagina di storia che solo negli ultimi anni ha trovato spazio anche nelle aule scolastiche.

L’autrice de “La masseria delle allodole”, romanzo che racconta la storia della sua famiglia all’epoca del genocidio, ha affrontato il tema delle donne armene anche nel suo “Il libro di Mush”, storia di due donne – sfuggite per caso ad uno dei massacri più sanguinosi di quegli anni, culminata con l’uccisione di tutti gli abitanti del villaggio di Mush, donne e bambini compresi – che riuscirono nell’impresa di salvare un antico e prezioso volume; un racconto che ribadisce l’importanza del ricordo.

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