L’industria del caffè tra Treviso e Belluno vale oltre 172 milioni di euro

L’industria del caffè tra Treviso e Belluno vale oltre 172 milioni di euro

Secondo uno studio pubblicato a inizio anno da Mediobanca, l’Italia, con 5,2 milioni di sacchi annui, si colloca al settimo posto al mondo per consumo di caffè: è un valore che corrisponde a 95 milioni di tazzine sorseggiate al giorno, per una media di 1,6 caffè pro-capite.

Se la coltivazione di caffè a livello mondiale risulta concentrata (con due Paesi, Brasile e Vietnam, che ne coprono oltre la metà), più parcellizzata territorialmente è invece la lavorazione di questo prodotto: i primi dieci torrefattori soddisfano circa il 35% della domanda mondiale. Fra i principali produttori figurano anche due gruppi italiani, di cui uno operante anche in provincia di Treviso. E anche nel Bellunese c’è una media impresa che opera nella torrefazione.

In Italia l’industria della lavorazione del caffè vale quasi 4,8 miliardi di euro. La stima è riferita al valore della produzione di 490 società italiane non consolidate che hanno depositato il bilancio nel 2021, in base ai dati Infocamere. Il 7,7% del valore nazionale (corrispondente a quasi 370 milioni) è stato realizzato da 44 società venete. È un risultato che colloca il Veneto al quinto posto, per valore realizzato nel 2021, dopo il Piemonte (quasi 2 miliardi), la Campania, l’Emilia-Romagna e il Friuli-Venezia Giulia. Poco meno della metà del valore della produzione veneto (46,9%) proviene da imprese trevigiane e bellunesi: sono oltre 172 milioni.

A BELLUNO

Delle 137 unità attive in Veneto, 4 sono presenti nella provincia bellunese; lo dice una recente indagine della Camera di Commercio. Il confronto con marzo 2013 vede un raddoppio secco. Una invece la sede d’impresa, nel capoluogo, con una 80ina di addetti, e il profumo del caffè tostato si sente forte e chiaro passando in zona Veneggia.

CALANO I BAR

In provincia di Belluno il numero di esercizi specializzati nella vendita di caffè torrefatto è ancora esiguo (3 esercizi attivi a fine marzo 2023), ma la tendenza su base decennale è con segno positivo, a fronte di una flessione generale di -54 esercizi specializzati nella vendita al dettaglio di generi alimentari o bevande. Diminuiscono, al contrario, i bar: in dieci anni si contano -176 unità. 

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