Uncem è tra i soggetti fondatori del Cluster legno nazionale che riunisce imprese, associazioni datoriali, università, centri di ricerca ed enti locali, per costruire nuovi pezzi di filiere forestali 100% italiane.
Nel disegno di legge nazionale “Made in Italy” c’è un articolo per sostenere le filiere totalmente italiane, auspicato dalla presidente Meloni. Uncem porta la forza dei territori. E anche la necessità di superare la frammentazione dei fondi, dei proprietari lungo i versanti, di evitare sempre di più abbandono e non-pianificazione delle foreste, non certificate. Temi sui quali il presidente Marco Bussone ha sempre puntato, invitando Comuni insieme, Comunità montane, Unioni montane, a pianificare e definire programmazione per l’uso delle foreste. L’abbandono del bosco va estirpato. Anche con interventi per togliere porzioni di foreste ai proprietari che hanno abbandonato quelle superfici: sono dannose e pericolose, se abbandonate per troppo tempo. E il Testo unico forestale punta ad andare oltre la frammentazione fondiaria. Uncem ci crede.
È anche questo un fattore indispensabile per rendere le imprese meno dipendenti dalle importazioni di materiale dall’estero. Il Cluster presieduto da Davide Pettenella e diretto da Carlo Piemonte è una grande e importante novità, che fa il paio con la “Borsa del legno” creata quattro anni fa da Uncem con Assolegno e Masaf. Strumenti per evitare che il settore della trasformazione – dalle case ai mobili, all’energia – sia dipendente da Paesi europei che, in alcuni casi come dopo Vaia, sono venuti in Italia, hanno tagliato e recuperato gli schianti, li hanno poi lavorati all’estero e da ultimo rivenduto prodotti lavorati e semilavorati nel nostro Paese. Un corto circuito sul quale agire.