Lega: «Filiera del legno e Consorzi forestali, i tempi sono maturi»

Lega: «Filiera del legno e Consorzi forestali, i tempi sono maturi»

«Bene che si continui a parlare di filiera del legno e di Consorzi forestali, la gestione delle nostre foreste deve diventare strutturata e di squadra”. A dirlo sono i consiglieri regionali della Lega Silvia Cestaro e Giovanni Puppato. Ricostruire la filiera del legno a Belluno, oggi, significa creare strutture dove pubblico e privato operino insieme e abbiano in questo modo la forza per riportare sul territorio i tasselli mancanti. Ora il legno grezzo dei boschi bellunesi viene per lo più venduto all’Austria, perché in provincia mancano i macchinari per effettuare la prima lavorazione; dall’Austria viene quindi riacquistato sotto forma di pannelli multistrato e tavole. «L’obiettivo è riuscire a gestire tutta la catena sul territorio e per farlo occorre unire le forze – spiega Cestaro –. Come? Costituendo i Consorzi forestali. I tempi per farlo sono maturi, Belluno non deve rimanere indietro».

I Consorzi forestali sono l’obiettivo a cui Cestaro e Puppato stanno lavorando da tempo, con incontri in Regione e con Veneto Agricoltura. Vaia ha imposto un’accelerazione al processo, rendendo indifferibile la necessità di prendere in mano la gestione della risorsa bosco in modo capillare e organizzato. «Bisogna portare la buona pratica del Consorzio forestale nelle nostre aree riunendo i Comuni, le segherie, i privati proprietari di terreni e anche le proprietà collettive come le Regole – spiega Cestaro -. È necessario fare gioco di squadra per portare manutenzione e miglioramento allo stato dei nostri boschi, per poter utilizzare la risorsa legno in modo efficace e creare economia. Se il bosco viene curato è anche meno soggetto alle epidemie e ai disastri come quello di Vaia, perché si pone attenzione all’apparato radicale delle piante e alle giuste distanze tra loro». «La ripartenza della segheria a Cordevole di Val Visdende è un buon segnale per la valorizzazione del legname a chilometro zero – aggiunge Puppato -; adesso continuiamo in questo direzione e recuperiamo tutta la filiera, fino alla centrale finale dove trasformare gli scarti in biomassa». 

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