L’economia circolare? Passa dai capelli

L’economia circolare? Passa dai capelli

Quando si dice spaccare il capello in quattro… Oggi è possibile. Anzi, è auspicabile. Perché i capelli sono una risorsa in grado di rispondere a varie esigenze. Guai a buttarli: sono utili per l’agricoltura, e opportunamente lavorati sono fonti di cheratina per i prodotti di bellezza. Non solo: vanno benissimo anche per bonificare gli oceani. Lo hanno spiegato ieri in conferenza stampa Clement Baldellou, fondatore di “Capillum”, start – up nata due anni fa in Francia, e Céline Masset, insegnante della sede di Feltre di Enaip Veneto. Ospiti di Confartigianato Imprese Belluno.

«Siamo la prima azienda a raccogliere i capelli per utilizzarli poi in maniera ecoresponsabile», spiega Baldellou, che ora punta ad esportare la sua idea anche in Italia.

Cominciando proprio dal Bellunese, grazie alla collaborazione con l’associazione di categoria. Che ha nel cuore «I valori dell’economia circolare e della sostenibilità», come spiegano il direttore Michele Basso e Ivana Del Pizzol, a capo del settore Servizi alla persona.

Ma cosa si può fare con i capelli? «Gli utilizzi sono diversi», spiega Baldellou. «Dal settore medicale alla cosmesi, attraverso l’estrazione della cheratina che vi è contenuta. Oppure in agricoltura, grazie alla capacità del capello di nutrire le piante allontanando i parassiti. Fino all’utilizzo in ambito ambientale, ad esempio per assorbire gli idrocarburi in mare».

In poche settimane l’idea ha già visto l’adesione di 25 saloni del Bellunese, dal Feltre a Cortina. «Il primo obiettivo – prosegue Masset  – è di creare una solida rete territoriale. Gli ambasciatori saranno i parrucchieri stessi e anche i nostri studenti del terzo anno, impiegati come stagisti nei diversi saloni». Poi, una volta realizzato un deposito (il capello non è un bene deperibile, ndr) si potrà cominciare ad implementare dei progetti. In provincia già si pensa all’utilizzo in agricoltura.

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