La storia della donna che scolpiva quando gli scultori erano solo uomini

La storia della donna che scolpiva quando gli scultori erano solo uomini

“Marta Sammartini scultrice”: domani (martedì 27 agosto) alle 18 al Museo civico di Palazzo Fulcis, la conferenza di approfondimento sulla figura dell’artista bellunese. A tenerla sarà lo storico dell’arte e docente all’Istituto Catullo di Belluno, Gianluca Tormen. Inizio alle 18, ingresso libero fino a esaurimento posti. 

Nata a Belluno all’aprirsi del secolo scorso, quella di Marta Sammartini è una figura di artista tanto interessante quanto poco fortunata: in parte per il suo essere donna in un’epoca nella quale l’arte di scolpire era appannaggio maschile, in parte per la sua naturale riservatezza, che dopo gli entusiasmi giovanili l’ha portata a ritirarsi progressivamente nella dimensione privata e familiare, vissuta prevalentemente nella villa di Pieve di Soligo.

La recente donazione al Museo del bronzo della “Madre profuga”, suo capolavoro giovanile, ha offerto l’occasione per allestire una piccola esposizione a Palazzo Fulcis dedicata a quest’opera che infatti resterà esposta al terzo piano fino alla fine del mese. La conferenza di martedì sarà dunque un ulteriore momento di approfondimento e di conoscenza dell’attività, della vita e del pensiero dell’artista. 

Nel corso dell’incontro, infatti, Tormen presenterà l’attività e le vicende biografiche della scultrice, mettendone in luce il valore e il ruolo nel panorama artistico della prima metà del Novecento.

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