La proposta d’acquisto per Acc allarma i sindacati: «Il ministro ci ascolti»

La proposta d’acquisto per Acc allarma i sindacati: «Il ministro ci ascolti»

Acc verso il salvataggio? Sì, ma a che condizioni? La proposta d’acquisto avanzata dalla Sest di Limana non lascia tranquilli i sindacati.

«Abbiamo appreso dalle agenzie stampa della proposta vincolante da parte della Lu-Ve per l’acquisto del sito ex Acc di Mel. Una notizia importante sicuramente, ma che ci lascia una forte preoccupazione su quello che ne conseguirà sotto l’aspetto occupazionale» scrivono Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom e responsabile elettrodomestico, Stefano Bona, segretario della Fiom di Belluno e Silvia Spera, area politiche industriali per la Cgil nazionale. «Al ministro Giorgetti desideriamo sommessamente ricordare che a oggi le conseguenze della decisione di abbandonare quell’unico tentativo di politica industriale da parte del governo, che era il progetto Italcomp, sono i 400 licenziati della ex Embraco, a cui si aggiunge ora il rischio di esuberi in Wanbao Acc e in ultimo, ma di non trascurabile importanza, che con oggi si sancisce la rinuncia del nostro Paese a produrre compressori, con la cancellazione quindi di competenze industriali e professionali acquisite negli anni. Non riteniamo ci siano le condizioni per essere così entusiasti. Per questi motivi abbiamo inviato una richiesta di incontro urgente al Ministero dello Sviluppo economico, proprio perché siamo un’organizzazione sindacale che fa la propria parte nell’interesse delle persone che lavorano e non ci lasciamo andare in facili entusiasmi nei confronti di un mercato che porta avanti i propri interessi e che può e sa farlo senza bisogno dell’aiuto del governo».

«Il futuro dell’Acc si arricchisce di elementi certi anche se non ancora definiti nei contenuti – le parole di Mauro Zuglian (Fim Cisl) – frutto della serietà e sensibilità che hanno dimostrato nella trattativa il commissario Maurizio Castro e i vertici della Sest. Il risultato ottenuto è un plauso alla determinazione dimostrata in questi anni dai lavoratori e lavoratrici, su cui pochi avrebbero scommesso. Resta da capire quali lavorazioni saranno destinate ad Acc nella vasta gamma dei prodotti legati alla refrigerazione del gruppo LU-VE e se rientri nel piano industriale il mantenimento di uno spazio per la realizzazione di compressori».

Prudenza anche nelle parole di Roberto Toigo, segretario generale di Uil Veneto (nonché ex lavoratore Acc, quando ancora si chiamava Electrolux): «Non dobbiamo farci false illusioni: lo stabilimento di Mel è stato per due volte in amministrazione straordinaria, ci sono stati i cinesi di Wanbao, i fondi speculativi. Non più tardi di tre mesi fa era stato chiesto l’aiuto ad Electrolux. Oggi sembra aprirsi uno spiraglio: noi daremo il nostro contributo perché finalmente si dia una prospettiva seria ai lavoratori e al tessuto industriale del Veneto. Continuo a dire che – a prescindere da quello che potremo fare grazie al Pnrr – senza un piano industriale e un’idea di cosa vogliamo fare del nostro tessuto produttivo, rischiamo di venire superati dagli altri Paesi».

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