Tutti gli italiani hanno perso qualcosa durante la pandemia. E non è una questione di serenità, salute o benessere. È il Pil, andato in picchiata negli anni del Covid. Tuttavia, il crollo non è stato uguale dappertutto: c’è discesa e discesa, come ci sono cause e conseguenze diverse. Il Veneto però ha pagato più di altre realtà. E il Bellunese, periferia estrema del Veneto, ha risentito assai della crisi, costretto a pagare anche il gap con le realtà limitrofe. Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige difatti sono tra le regioni che meno hanno sofferto il Covid.
Lo dicono i rilevamenti Istat, che hanno calcolato l’andamento del prodotto interno lordo, a prezzi correnti, relativo alle 21 realtà territoriali. Risulta che il Pil Italiano nel 2020 ha subito una decisa contrazione, fermandosi a un -7,9%.
Il Veneto fa peggio, con un -8,5%, il terzo dato peggiore d’Italia (dopo Basilicata -9,3% e Toscana -8,6%). La variazione pro capite vale circa 2.883 euro in meno per i veneti, che se guardano ai “vicini” vedono come le cose siano andate diversamente. Il Friuli Venezia Giulia è la regione con la performance migliore durante la pandemia, “solo” -6,3% nel Pil. E subito dietro c’è la provincia di Trento, con -6,6%. Bolzano è un po’ staccata, con -7,9%.
Come mai questa differenza? Difficile a dirsi. Di certo lo sci mancato ha fatto danni enormi alle economie del Veneto e dell’Alto Adige (Trento ne risente meno, evidentemente). Ma c’è anche il blocco dell’export ad aver affossato l’economia del 2020.