«La montagna ha futuro, se è connessa». Il Cortina Digital Forum lancia la sfida

«La montagna ha futuro, se è connessa». Il Cortina Digital Forum lancia la sfida

Cos’hanno in comune il Comelico e Viehlager, paesino tedesco immerso nella Foresta Nera? E un residente di Vallada con un abitante di Vila Alva, piccolo Comune dell’Alentejo (entroterra portoghese), o di Bensbyn, borgo di 500 anime tra le foreste di conifere della Svezia? Apparentemente nessuno. In realtà molto. Come con qualsiasi altro cittadino europeo residente in quelle che sono definite “aree remote”. Non sono le “terre alte”. Semmai le “terre altre”, vale a dire quelle distanti dai centri urbani. Terra di nessuno? Tutt’altro. Perché costituiscono il 50% dell’Europa e sono la “casa” di un cittadino europeo su quattro. «E l’Europa sta lavorando per investire nella crescita e nella sostenibilità di queste zone». Parola di Alessandro Da Rold, bellunese esportato a Bruxelles (e segretario generale dell’organizzazione EU40), che assieme a Sandra Alverà e Riccardo Masucci ha ideato e fondato Cortina Digital Forum. Un evento – in programma il 22 e 23 aprile – che è stato definito il “Davos delle Dolomiti”. E che proprio in apertura parlerà delle aree remote.

Perché?

«Perché la sfida del futuro si gioca qui – risponde Alessandro Da Rold -. Anzi, direi quasi la sfida del presente, perché la pandemia ha accelerato una tendenza che era già stata rilevata anche prima, vale a dire quella dello spostamento verso le aree rurali e montane».

In che senso?

«Negli anni Ottanta e Novanta c’è stata una direzione precisa di spostamento verso le grandi città. Da qualche anno però è cambiato qualcosa: gli studi della Commissione Europea mostrano un rallentamento in questa tendenza perché vivere in città ha anche svantaggi, non solo lati positivi. Basti pensare che chi vive in centro a Parigi deve farsi ore di traffico solo per portare i figli a scuola. Ecco, la pandemia ha esasperato questa situazione. E ha dato una chance in più alle aree remote. Con una domanda che può suonare retorica: se siamo costretti a stare a casa, è più facile farlo in un appartamento di 50 metri quadrati dalle cui finestre si vede solo grigio, o magari in un paesino di montagna?». 

Risposta scontata. Però c’è un “ma”… I servizi e le possibilità. Come fanno le aree montane – ad esempio – visto che sono a fallimento di mercato?

«Non ne farei una questione di mercato o economica. Perché l’Europa sta investendo nelle aree remote e l’industria ha già capito che si apriranno nuove chance di mercato».

Turismo?

«Non solo. Anche viaggi di medio o lungo periodo per fare smart working in aree non urbanizzate. E molto altro. Penso ad esempio ad Alibaba, multinazionale cinese attiva nel commercio elettronico, che parlerà proprio in uno dei panel di Cortina Digital Forum: è l’ottava più grande compagnia al mondo per fatturato, ha già sviluppato soluzioni per le aree periferiche del Sudest asiatico ed è interessata anche all’Europa».

Cosa manca allora?

«Infrastrutture e connessioni. Per questo bisogna lavorare. E qui entra in campo la proposta di Cortina Digital Forum, per lavorare insieme. Se la visione è di breve periodo, se gli investimenti sono non strutturali e non continui, tra vent’anni saremo qui a parlare degli stessi problemi, come 40 anni fa si parlava di viabilità. Noi proponiamo di partire dal problema, per individuare la soluzione».

E quale?

«Mettere insieme politica e industria, e ascoltare le esigenze locali. Perché i villaggi smart devono partire dal basso, dalle comunità, che hanno necessità specifiche, su cui industria e politica devono lavorare per risolvere il problema».

Villaggi smart, quindi. Iperconnessi. Ma le comunità locali sono pronte? Cioè, la montagna bellunese è pronta?

«Il titolo che abbiamo dato è proprio questo: “Portare le aree remote nel 21esimo secolo”. È qui che la visione entra prepotentemente nel tema del digitale».

Una sfida ambiziosa…

«Non è solo una sfida. All’interno del Cortina Digital Forum porteremo una carta d’intenti, che verrà presentata venerdì 23. È il “Cortina Declaration”, un documento ufficiale di intenti che parte dal locale e arriva fino a livello europeo. Con un punto fermo: la connessione digitale deve essere considerata un diritto irrinunciabile dell’umanità».

Chi ci sarà a parlare di smart village e connessione? 

«Alibaba, come detto, la Tony Blair Foundation… Ci saranno moltissimi panel che spaziano da turismo a salute, dati e intelligenza artificiale. Avremo la testimonianza di Franc Bogovic, commissario europeo esperto di villaggi ultraconnessi ed ex ministro sloveno dell’ambiente. Roger De Menech porterà l’esperienza italiana. Ma poi ci sarà il Chief Technology Officer di Oneweb, la compagnia interamente europea che vuole lanciare 650 satelliti per portare internet non più via cavo, ma satellitare. E questo è particolarmente interessante per le aree remote».

Domanda spassionata, forse iperlocal: la montagna bellunese ce la può fare?

«Il sogno dei commissari europei è che la gente possa davvero lavorare nelle aree rurali e periferiche. E il Digital Forum ha come sede Cortina proprio per questo. Quest’anno sarà solo da remoto. Puntiamo a farlo diventare un appuntamento fisso, anche in presenza già dal 2022».

Per seguire i lavori: https://cortinadigitalforum.org

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto