La gestione delle emergenze dopo Vaia: «Ha cambiato l’approccio»

La gestione delle emergenze dopo Vaia: «Ha cambiato l’approccio»

A 5 anni da Vaia, cosa è cambiato nella gestione di un’emergenza? Se lo sono chiesti ingegneri, geologi ed esperti, nel convegno organizzato dall’Assessorato regionale alla Protezione Civile, in collaborazione con gli Ordini professionali degli Ingegneri di Belluno e dei Geologi del Veneto e andato in scena ieri mattina (28 ottobre) in una sala Bianchi gremita in ogni ordine di posti.  Un’occasione per fare il punto dello stato dell’arte del sistema di emergenza – prevenzione, ma anche quella per ripercorrere i giorni che hanno segnato in maniera indelebile il territorio. 

Moderati da Michele Carbogno, lo hanno fatto l’ingegner Luca Luchetta, il geologo Giorgio Giacchetti, il direttore della Direzione Interregionale dei Vigili del Fuoco del Veneto e del Trentino Alto Adige, Loris Munaro, il direttore Operativo del Coordinamento Emergenze del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, Luogi D’Angelo, il direttore della Direzione Difesa del Suolo della Regione Vincenzo Artico e  il professore dell’Università di Padova nonché refererente della Commissione Nazionale Grandi Rischi, Giuseppe Maschio, che si sono alternati al microfono. 

Centrale l’intervento dell’assessore alla Protezione civile del Veneto, Gianpaolo Bottacin, che quelli giorni li visse in primissima linea. «Vaia ha interessato oltre duecento comuni veneti – ha ricordato Bottacin – provocando oltre un miliardo di euro di danni. L’immagine tuttavia che spesso accompagna l’evento è quella degli alberi abbattuti, ma quello è stato il minore dei problemi. Non esisteva più la viabilità, né le linee elettriche e non perché si fosse semplicemente interrotta una linea, ma in quanto non esistevano neppure i tralicci. C’erano centinaia di nuove frane innescate, erano saltati acquedotti e fognature. Si erano creati oltre cento nuovi siti a rischio valanga».

Le opere di difesa del suolo hanno fatto il loro dovere, ha continuato Bottacin, «ma la priorità era ripristinarle nel più breve tempo possibile». Da lì ha preso il via un imponente piano di ricostruzione, ricordato nelle cifre sempre dall’assessore regionale: 2527 i cantieri appaltati in tre anni per oltre un miliardo di euro, gestiti senza contenziosi. Di questi il 70% circa già concluso.

Oltre al territorio, Vaia ha cambiato anche l’approccio alle emergenze, come ha spiegato Loris Munaro: «Noi vigili del fuoco, ad esempio, abbiamo impostato un nuovo sistema di gestione della colonna mobile regionale con il nostro dispositivo di soccorso, adeguandolo a questi nuovi eventi sempre più complessi e che necessitano di formazione e attrezzature speciali».

«Vaia ha cambiato il territorio, e di conseguenza abbiamo ripreso con maggior vigore ciò che già sapevamo prima – aggiunge il presidente dell’ordine dei geologi del Veneto, Giorgio Giacchetti – cercando di fare al meglio quegli interventi prima fatti in modo più approssimato e localizzato».

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