La bambina sopravvissuta e il cantautore: un abbraccio di musica e memoria

La bambina sopravvissuta e il cantautore: un abbraccio di musica e memoria

Che cosa si nasconde dentro un abbraccio? 
Musica e suoni di violino. 
Poesia e autenticità. 
Magia e ammirazione.
Ma anche memoria, desiderio di ricordare e gratitudine. 
Perché l’abbraccio in questione è del tutto particolare. E coinvolge un cantautore come Angelo Branduardi e una persona che lo ha ispirato e coinvolto: Micaela Coletti. 
L’artista-menestrello, infatti, aveva adottato le parole pronunciate dall’allora piccola Micaela, all’indomani della catastrofe del Vajont. E le ha rilanciate attraverso il web, a conferma di un particolare coinvolgimento rispetto alla vicenda della bimba sopravvissuta e, in generale, della tragedia datata 9 ottobre 1963. 
Da quel messaggio carico di significato e umanità, confezionato da Branduardi, sono trascorsi cinque anni. Fino a quando il cantautore – noto per brani che spaziano da “Cogli la prima mela” a “La pulce dell’acqua” passando per “Alla fiera dell’Est” – si è imbarcato in un tour che lo ha condotto a Belluno: in particolare, al Teatro Comunale.
E allora, quale occasione migliore per incontrarlo? 
«Nel momento in cui ho saputo del concerto – afferma la presidente del Comitato Sopravvissuti Vajont – mi sono subito attivata con un collaboratore dell’artista, Michele Gargiulo. Il quale è stato gentilissimo. Non solo ha regalato a me e al mio compagno Francesco due biglietti, ma mi ha permesso di incontrare Branduardi prima dello spettacolo. È stata un’emozione unica: ci siamo abbracciati. In più, mi ha autografato un’istantanea scattata dall’amico e fotografo veneziano, Matteo Chinellato». 
Il cantante, nato vicino a Milano, conosce bene la storia del Vajont: «Ha anche visto il film di Renzo Martinelli. Mi ha confidato di essersi informato sul disastro e di essere entrato nel profondo, in maniera silenziosa e rispettosa. Non lo nascondo, sono rimasta incantata dallo spessore di quest’uomo: è un violinista eccezionale, le sue canzoni sembrano “leggere”, ma racchiudono significati straordinari. Sì, rimarremo in contatto: la speranza è quella di rivederci presto». 
E di rafforzare, quindi, un legame di musica e memoria.

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