Instaurare un forte rapporto con i sindaci. Vigilare su possibili infiltrazioni della criminalità, tra Mondiali, Olimpiadi e pandemia che ha fiaccato il sistema economico. Ma soprattutto, la volontà di conoscere al più presto Belluno e il suo territorio. È arrivato ieri a Palazzo dei Rettori il nuovo prefetto, Sergio Bracco. Per lui il primo incarico come rappresentante del governo, dopo le esperienze da questore (prima a Genova, poi a Milano). «Affronto questa esperienza con curiosità», ha dichiarato Bracco alla stampa, dopo aver conosciuto in mattinata il sindaco di Belluno Jacopo Massaro. «Farò il possibile per dare una mano alla comunità bellunese».

Bracco, 60 anni, napoletano ma residente a Bologna (dove risiede la sua famiglia) ammette di «non essere mai stato a Belluno», ma garantisce: «Sono contento di essere qui. La nomina è arrivata abbastanza improvvisa, ma per me la nomina a prefetto è una promozione ed ho il giusto entusiasmo».

Bracco non lo sa (o non lo dice), ma la sua nomina potrebbe essere legata ai due grandi eventi che coinvolgeranno il territorio dolomitico nei prossimi anni: i Mondiali di sci (ormai imminenti) e le Olimpiadi invernali del 2026. Ghiotte opportunità per la malavita organizzata di penetrare nel territorio e mettere le mani sugli appalti pubblici. «Mi sono sempre occupato di criminalità – spiega Bracco – e sono consapevole che da tempo si è ramificata anche nel Nord Italia. Ma vedo che il lavoro portato vanti finora è già stato eccellente e sono fiducioso di poterla contrastare, attraverso adeguati controlli sulle imprese».

Per il resto, il nuovo prefetto si troverà ad affrontare da subito parecchi temi caldi. «Mi piace lavorare e mettermi all’opera, per cui ben vengano le scadenze ravvicinate. C’è tanto da fare e da imparare».